Quando iniziai questa serie di articoli, a metà settembre, sottolineai
l’importanza di operare in favore del trend. A quella data lo S&P
rimaneva all’interno di un downtrend sia di lungo sia di breve termine.
Fino a quel momento il mercato statunitense aveva perso il 25 per cento
(ed ora, al momento della stesura di questo articolo, sta scambiando molto
più in basso!).
Articoli con tag: money management
Hedge fund (Quinta parte)
Il primo hedge fund è stato aperto nel 1949. Nel 1968 sono stati
registrati 140 hedge fund, mentre nel 1998 erano già 3.000 soltanto negli
Stati Uniti, con un capitale gestito di 800-1.000 milioni di dollari di
cui il 70% costituito da capitali presi in prestito.
Hedge fund nel proprio portafoglio (Sesta parte)
Gli hedge fund non sono sicuramente un prodotto nuovo anche se, come
abbiamo già detto, hanno cambiato pelle nel tempo e sono diventati più
popolari anche perché i grossi gruppi hanno cominciato a proporsi sul
mercato. L’improvviso aumento di interesse nei confronti degli hedge fund
può essere anche considerato il risultato di un aumento della volatilità
presente sui mercati negli ultimi anni. Tutte le generazioni hanno dovuto
affrontare una crisi finanziaria, come negli anni ’70 in cui i titoli
“nifty fifty” hanno subito il tracollo e con loro hanno trascinato la
reputazione di moltissimi gestori. La legge sacra di quei tempi era la
moderna teoria di portafoglio. Non mi stupisce che oggi gli hedge fund
cerchino di riempire le stesse nicchie di mercato, dal momento che in
realtà le promesse sono proprio le stesse.
Hedge fund (Quarta parte)
Proseguiamo in questo articolo l’esposizione delle strategie più comuni dei fondi hedge, fra le quali figurano gli arbitraggi legati ad eventi specifici.
Hedge fund (Terza parte)
Che cosa fanno i fondi hedge?
Dovendo riassumere si può dire che fanno esattamente quello che vogliono.
Alcuni basano la propria strategia su sistemi matematici molto
complessi, altri si basano sul decadimento temporale delle opzioni, altri
lavorano principalmente sui future, altri ancora utilizzano come strategia
di riferimento quella dell’arbitraggio… praticamente esiste un fondo per
qualunque strategia si possa immaginare di utilizzare. Un gestore di fondi
“a ritorno assoluto” è infatti assolutamente libero di utilizzare
l’approccio all’investimento che preferisce. Questi fondi potrebbero anche
essere definiti come fondi “faccio quello che voglio”. Una delle critiche
principali che viene mossa ai gestori di fondi di questo tipo è che molto
spesso le strategie che utilizzano non sono molto chiare e tanto meno
comprensibili da parte degli eventuali e potenziali sottoscrittori. Questa
critica risulta a volte fondata, anche se moltissimi manager cercano di
attuare una politica il più trasparente possibile. Purtroppo però, va detto
per dovere di cronaca, in certi casi la strategia che utilizzano è troppo
complicata e articolata affinché possa essere compresa dall’investitore
medio.
Hedge fund (Seconda parte)
La differenza principale tra un hedge fund e un fondo normale è che gli
hedge fund sono autorizzati a utilizzare le strategie che preferiscono per
raggiungere i propri obiettivi, al contrario dei fondi comuni di
investimento che devono sottostare a delle regole specifiche in merito
all’entità della posizione massima che assumono su ogni singolo titolo, al
numero minimo di azioni che devono mantenere in portafoglio, ai limiti
sull’utilizzo della leva finanziaria e ancora sull’utilizzo dei derivati e
molti altri vincoli.
Hedge fund (Prima parte)
Il problema è diventato talmente complesso che in realtà non è possibile
dare una risposta semplice ed esaustiva. Anche rispondendo in modo banale,
dicendo che «un hedge fund è un fondo che investe in… e che cerca di
trarre profitto da questo e quest’altro», si escluderebbe la maggior parte
dei fondi che si autodefiniscono “hedge fund”.
Money management improprio
Martingala
La strategia Martingala prevede di aprire la posizione con un numero di
contratti che raddoppia ogni volta che si subisce una perdita, finché si
riesce a chiudere un’operazione in guadagno. A quel punto l’operazione
viene eseguita con il numero di contratti o azioni utilizzato
nell’operazione precedente, fintanto che non si subisce una nuova perdita.
Dopo aver subito la prima perdita si ritorna all’entità utilizzata
all’inizio della serie. Il principio su cui si basa questa strategia è che
la serie di operazioni in perdita non può essere infinita e nel momento in
cui si riesce a chiudere l’operazione in guadagno si recuperano in un solo
colpo tutti i soldi persi. Questa strategia funziona molto bene anche nel
lancio della moneta, immaginando però di disporre di una quantità di soldi
pressoché illimitata, prima di cominciare i lanci. Poiché non c’è limite
all’entità di capitale con cui bisogna aprire una posizione, ci troviamo
in realtà in una situazione molto diversa dalle condizioni tipiche con cui
ci si trova a lavorare sul mercato. Molto raramente infatti si potrà
disporre di una quantità di soldi pressoché illimitata, inoltre questo
metodo probabilmente comporta un rischio di rovina troppo elevato per la
maggior parte degli operatori, specialmente per coloro che dispongono di
una metodologia o sistema che può subire una serie piuttosto lunga di
perdite consecutive. Se l’entità dei guadagni medi è significativamente
superiore all’entità delle perdite medie e il sistema non è predisposto a
subire una lunga serie di operazioni in perdita consecutive, questo metodo
può dare dei risultati soddisfacenti. Nella maggior parte dei casi però
risulta troppo aggressivo e nelle condizioni concrete di mercato ci si
trova in realtà ad avere delle posizioni troppo consistenti e
verosimilmente a perdere una quantità di soldi esagerata. Questo metodo
infatti tende a innalzare in modo significativo il rischio di rovina nel
momento in cui si vanno ad analizzare i risultati statistici
dell’applicazione pratica di questo principio. È quindi indispensabile,
per poter pensare di applicare un sistema o strategia di questo tipo,
disporre di un capitale importante. È veramente indispensabile disporre di
un capitale ingente per poter anche solo pensare di applicare questa
strategia.
Money management “proprio” e “improprio”
Quando utilizzo due diverse categorie di money management etichettandole
come “proprio” o “improprio”, non mi riferisco tanto a un giudizio di
valore, ma semplicemente a una terminologia che si ritrova nel linguaggio
di questa disciplina.
Il risultato atteso
Non esiste alcuna tecnica di money management in grado di trasformare un
pessimo sistema (perdente) in un buon sistema (in grado di guadagnare). Se
un sistema di trading perde soldi, non c’è alcuna strategia di money
management in grado di trasformarlo in un sistema redditizio. Il concetto
di aspettativa è un concetto matematico che si basa sul rapporto e
sull’entità relativa dei guadagni e delle perdite.