La volatilità della volatilità

Come il VVIX può farci da bussola per il VIX

L’indice della paura.

E’ così che lo chiamano.

Il famigerato VIX. Quando sale quello → panico.

O almeno è così che ce lo “vende” l’informazione mainstream del mondo finanziario.

Quelli un pochino più tecnici invece lo chiamano “l’indice della volatilità” e spiegano che effettivamente ha una correlazione inversa con i mercati azionari: se loro scendono, lui sale.

Detto così, però, potrebbe sembrare che il VIX sia un indice che misura la volatilità storica dei mercati azionari, cioè quella passata: se si sono mossi tanto, allora lui aumenta di valore.

Un po’ come un ATR (l’Average True Range), per chi ha dimestichezza con gli indicatori classici di trading.

E invece no: il VIX è differente.

Non misura quanto si è mosso il mercato, bensì misura quanto gli operatori pensano che si muoverà.

Quindi è una sorta di stima sulla volatilità futura, attesa.

Ma come?? Una stima sul futuro? Possibile…? Nel mondo finanziario?? E chi la fa questa stima? 🤔

Ebbene sì. E la fanno le opzioni.

Il VIX è infatti un indice che, in realtà, misura il livello di valore estrinseco delle opzioni sul S&P500. Se questa definizione ti confonde, non ti preoccupare: probabilmente non conosci il mondo delle opzioni e senza alcune basi questo concetto non si può comprendere al volo.

Cerchiamo di spiegarlo con una metafora semplice: in una città dove si verificano molti incidenti d’auto, i premi assicurativi saranno certamente più alti rispetto ad un’altra città dove i guidatori sono particolarmente attenti e gli incidenti sono estremamente rari. Ne convieni?

Ecco, il discorso è un po’ lo stesso col VIX: siccome le opzioni sono dei contratti di natura assicurativa, è sostanzialmente come dire che nella città “S&P500” quando la situazione si surriscalda un po’ e le compagnie assicurative (i venditori di opzioni) pensano che a breve inizieranno ad esserci più incidenti (maggiore volatilità) allora alzano i premi; viceversa, se ritengono che la situazione sarà tranquilla, abbassano i premi, come è normale che sia in un mercato efficiente.

Il VIX non fa altro che ritrarre su un grafico questa dinamica: noi vediamo una linea che schizza verso l’alto quando c’è il momento di tempesta e che si abbassa quando il mare è calmo.

Ma non finisce qui: perché siccome al mondo finanziario spesso piace arrovellarsi in idee cervellotiche, il CBOE ha pensato bene di creare un altro indice, ovvero il VIX del VIX. La volatilità della volatilità. E si chiama VVIX.

Ovviamente stiamo scherzando, si tratta di un indice estremamente utile ed importante da tenere monitorato: questo articolo vuole appunto approfondire alcuni aspetti da questo punto di vista. Ecco il suo grafico degli ultimi 5 anni con candele a timeframe settimanale:

Partiamo da alcuni concetti di base, presi proprio direttamente dal sito del CBOE.

Ti avviso: qui si entra un po’ nel tecnico: se preferisci saltare formule e paroloni, vai alla parte finale dell’articolo dove tutto questo viene tradotto in un paio di idee di trading, semplici ed applicabili.

Dunque:

  1. Cos’è l’indice VVIX?

    L’indice VVIX misura la variazione attesa della volatilità del forward-price a 30 giorni del VIX. Questo forward-price è il prezzo di un ipotetico contratto future del VIX che scade fra esattamente 30 giorni. Il VVIX non è esattamente la stessa cosa rispetto alla volatilità attesa del VIX, ma i due sono molto simili perché i future del VIX con scadenza vicina ricalcano quasi esattamente il VIX.

  2. Come il CBOE calcola il VVIX?

    Il VVIX riflette il prezzo di un portafoglio di opzioni At The Money e Out Of The Money sul VIX. Il metodo di calcolo è lo stesso utilizzato per calcolare il VIX dalle opzioni di SPX (l’indice S&P500). Il primo passo è quello di trovare la varianza attesa corrispondente alle diverse scadenze delle opzioni sul VIX. Il secondo passo è quello di interpolare la varianza attesa a 30 giorni. L’ultimo passo è prendere la radice quadrata di quel numero e moltiplicarla per 100, in modo da esprimere il VVIX in percentuale. Il metodo usato per calcolare il VIX è accuratamente descritto a questo link: https://www.cboe.com/tradable_products/vix/

  3. Il CBOE calcola una struttura a termine per il VVIX?

    Certo. Ecco il grafico della sua struttura a termine dal 2006 ad oggi, ottenuta scaricando i dati direttamente dal sito del CBOE ed importandoli in Excel:



  4. Quanto spesso viene pubblicato il VVIX?

    Il CBOE pubblica il dato del VVIX ogni 15 secondi e la sua relativa struttura a termine ogni giorno alla chiusura di mercato.

  5. Qual è un valore tipico del VVIX?

    Dal 2006 al 2012, il VVIX si è mosso in un range che andava da 60 a 145, attorno ad un valore medio di 86. Questo range è molto più alto del range del VIX: nello stesso periodo, il range del VIX è andato da 10 a 81, con un valore medio di 24.

  6. Anche il VVIX è soggetto alla regressione verso la media come il VIX?

    Sì. La media storica di lungo periodo è 86.

  7. Esiste una correlazione fra il VVIX e il VIX?

    Storicamente, c’è sempre stata bassa correlazione fra il VVIX e il VIX, eccetto che per valori di VIX estremi.

  8. Come può un investitore utilizzare il VVIX?

    Il VVIX e la sua struttura a termine possono dare informazioni preziose ad un trader che decida di investire sul VIX relativamente a:
    • le volatilità attese che guidano i prezzi delle opzioni sul VIX su diverse scadenze
    • La volatilità attesa a breve sul VIX stesso
    • Il fair-value dei future sul VIX
    • Il grado di confidenza che il mercato ha nelle sue stesse previsioni relativamene al valore futuro del VIX
    • Il VVIX rappresenta di fatto il prezzo di un portafoglio di opzioni sul VIX. Vendere questo portafoglio in modo costante, di fatto, permette di incassare un premio sul rischio-volatilità. Un investitore che ritenga che il VVIX sia troppo alto o troppo basso ad una particolare data può vendere o comprare il portafoglio sottostante (o attuare una qualche strategia equivalente – NDR).

Ok, bene, ma… dopo tutti questi paroloni, che cosa ci facciamo? Come trasformiamo tutto questo oggi, ADESSO in una operazione di trading?

La nostra idea di trading è la seguente: il VVIX in questo momento è particolarmente basso. La sua media degli ultimi 5 anni è di 106,28:

Batte, nel momento in cui stiamo scrivendo questo articolo, un valore di 90.50, valore che non toccava da prima del COVID crash. Da marzo 2020 ad oggi, ogni volta che è arrivato a valori così bassi è poi prontamente risalito. Quindi noi andremo long sul VIX, ovviamente con le opzioni. E le due strategie più intelligenti al riguardo (entrambe a rischio definito) sono le seguenti:

  • Comprare una call, per esempio la Call strike 30, scadenza del 17 agosto 2022, costa solamente 315$ in questo momento, che corrispondono quindi anche al massimo rischio e al margine richiesto dal broker per aprire il trade. Da chiudere quando avrà realizzato il 100% di profitto rispetto al premio pagato (quindi Take Profit a 6.30, per capirci) o lasciar scadere senza valore.
  • Vendere un credit spread rialzista, ovvero una Bull Put Spread, ad esempio lo spread che vende la put strike 24 e compra la put strike 23 paga 0.45, che corrispondono a 45$, ed essendo larga 1 punto, ne rischia 55$. A quel punto ogni trader potrà calibrare il proprio risk management a piacimento e aprire quanti spread desidera considerando che ognuno, appunto, rischia circa 55$. Da chiudere quando ha realizzato più del 60/70% del massimo profitto o far scadere completamente ITM.

Chiudiamo, visto che si parla di volatilità e di mari agitati, con una citazione di Roosevelt che distilla meravigliosamente in poche parole l’atteggiamento che un trader avveduto dovrebbe avere nei confronti della volatilità:

UN MARE CALMO NON HA MAI RESO ESPERTO UN MARINAIO