Articoli con tag: psicologia del trading

La semplicità come punto di arrivo

Obiettivo di questo articolo è la descrizione delle differenti modalità
con cui si può rappresentare un determinato mercato e alcuni procedimenti per poter arrivare a una rappresentazione il più semplice possibile, che tenga però conto della ricchezza di informazioni disponibili e che diventi utile ai fini operativi. Rappresentando il mercato su cui stiamo lavorando
semplicemente con la linea che collega le chiusure giorno per giorno e
utilizzando un orizzonte temporale degli ultimi tre anni possiamo avere un’immagine complessiva di quello che è successo.

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Verificare i volumi di contratti e tick

Solo una minoranza, circa il 27%, delle persone che vanno a giocare
d’azzardo a Las Vegas, lo fa per guadagnare soldi. Quale percentuale dei
trader ha lo stesso atteggiamento rispetto al trading delle azioni o dei
futures? Probabilmente la percentuale è molto vicina al 27%.

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Quei quindici minuti

Due parole per quanto riguarda l’aspetto psicologico che si manifesta nei
momenti in cui la nostra metodologia funziona a singhiozzo. Tutti noi
sappiamo di non essere dei maghi, tutti noi sappiamo che prima o poi lo
stop ci verrà a prendere, tutti noi sappiamo che prima o poi la nostra
operazione non andrà a buon fine. A parole siamo sempre ben disposti ad
accettare la perdita e non mettiamo in dubbio l’essenza del nostro modo di
operare, eppure…

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Quando uscire da un trade

Con questo articolo inizia la prestigiosa collaborazione con Joe
Ross
, uno dei più grandi trader viventi. Joe opera sui mercati dal ’57
e ha iniziato la sua carriera di trading nel settore dei futures sulle
commodities. Da allora è trader full time, autore di libri, formatore e
imprenditore. Ogni settimana pubblicheremo uno dei suoi celebri Trading Tidbits, vere e proprie “perle” frutto della sua esperienza.

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Mantenere piccole le perdite

Devi imparare a mantenere piccole le tue perdite. È il concetto più
importante che posso insegnarti per avere profitti nei mercati. Questo
principio è di tale grandezza da rendere secondari tutti gli altri
concetti di trade, money e risk management.

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Evitare il trading eccessivo

Come trader, ogni giorno affrontiamo situazioni che richiedono decisioni di acquisto o vendita. Se facciamo day trading forse prendiamo più
decisioni rispetto a quando facciamo position trading, ma non è
necessariamente così: dipende da quanti mercati stiamo seguendo. Quando
decidiamo correttamente, abbiamo un guadagno. Quando decidiamo in modo non
corretto, generalmente perdiamo denaro.

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Appunti complementari alle strategie di scalping e day trading

Può un trader essere vincente utilizzando solamente una strategia?
Certamente, a patto che riconosca esattamente il setup di entrata e
accetti gli stop loss quando la situazione richiede di chiudere la
posizione in perdita. Infatti queste uscite dal mercato, così dolorose,
spesso posseggono una doppia utilità: preservare il capitale e smettere di
intestardirsi su una posizione perdente che ci rende ciechi davanti alle
mutate condizioni del mercato, non permettendoci di leggere correttamente
le nuove fasi in evoluzione.

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L’eccesso di operatività  (overtrading)

“Guardate in uno specchio, perché è lì che vedrete il più
temibile nemico del trader.”

È questa frase di Daryl Guppy che riassume l’essenza stessa
delle problematiche che affliggono i trader. Per ottimizzare la propria operatività è necessario sforzarsi di dominare l’impulso a fare trading a tutti i costi e imparare a rendersi conto di quando si sta operando in eccesso, cosa che normalmente avviene perché il portafoglio lo consente, piuttosto che per fondati motivi tecnici.

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Perdere fa male?

Alcuni economisti che si occupano di quella branca della finanza che
studia il comportamento dell’uomo in condizioni di incertezza
rispetto alle sue decisioni operative (finanza comportamentale),
sostengono che la sensazione spiacevole che si prova quando si registra una perdita sia 2,5 volte superiore alla sensazione piacevole che si sperimenta quando invece si guadagna. Ne consegue che coloro che trovano faticoso o stressante confrontarsi con le proprie (e inevitabili) posizioni in perdita farebbero quantomeno meglio a operare su un time frame più lungo, controllando il saldo del conto con meno frequenza, in modo da diluire lo stress da perdita. Anche nel caso in cui si disponesse di una strategia in grado di conseguire risultati positivi nel medio-lungo termine, il monitorare minuto per minuto lo stato delle posizioni porterebbe a situazioni di stress (ricordiamo il rapporto 2,5:1) che non tutti sono in grado di sopportare. Senza considerare che in molti casi, osservando in maniera ossessiva il portafoglio, si soffrirebbe per niente poiché alcune posizioni potrebbero essere temporaneamente in
perdita (senza però aver ancora raggiunto un livello tale da
giustificarne la liquidazione) ma poi tramutarsi in posizioni vincenti.

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