La semplicità come punto di arrivo

Obiettivo di questo articolo è la descrizione delle differenti modalità
con cui si può rappresentare un determinato mercato e alcuni procedimenti per poter arrivare a una rappresentazione il più semplice possibile, che tenga però conto della ricchezza di informazioni disponibili e che diventi utile ai fini operativi. Rappresentando il mercato su cui stiamo lavorando
semplicemente con la linea che collega le chiusure giorno per giorno e
utilizzando un orizzonte temporale degli ultimi tre anni possiamo avere un’immagine complessiva di quello che è successo.

tutto

tutto

Su questo tipo di grafico possiamo identificare le strutture più
importanti, come la trendline principale assieme ad alcuni livelli di
supporto e resistenza statici, alcuni pattern grafici (testa e spalle,
triangoli, ecc.) assieme ad eventuali medie mobili che nel loro insieme ci
permettono di capire cosa sta succedendo, dove siamo e dove potremmo
andare. Queste strutture ci permettono di capire anche e soprattutto quali
sono i livelli critici attorno ai quali cambia lo scenario.

Ai fini di questo articolo, presenteremo il più semplice dei casi,
costituito da un grafico sul quale abbiamo tracciato una trendline
rialzista e un livello di supporto statico.

Provando invece a rappresentare lo stesso mercato con il medesimo
orizzonte temporale utilizzando però le barre o le candele giapponesi,
possiamo provare a identificare nuovamente le “strutture” che abbiamo
utilizzato prima per vedere se si presentano allo stesso modo anche se
rappresentate in maniera differente. A parte ovviamente la tendenza di
fondo che risulta ovviamente identica, molti livelli critici potrebbero
risultare differenti. Lo scenario complessivo rimane lo stesso ma le
indicazioni relative ai livelli critici su cui può valere la pena operare
potrebbero anche essere diverse.

Naturalmente ciascuno di noi ha i propri punti di vista preferiti, in
termini di time frame e orizzonte temporale, ma ritengo che osservare il
mercato attraverso modalità utilizzate da altri operatori, tenendo conto
che alcuni di essi sono più influenti di altri, possa costituire un
vantaggio non indifferente. In pratica, sarà come mettersi nei loro
panni…

Sul mercato lavorano diverse tipologie di operatori che possiamo
raggruppare utilizzando criteri diversi come il time frame, la dimensione
degli ordini, la durata delle operazioni, i metodi e le strategie, la
tolleranza al rischio, la dimensione dello stop eccetera. Tutte queste
tipologie di operatori lavorano contemporaneamente, sullo stesso mercato,
ogni giorno. Chi si occupa di trading intraday (anche se questa categoria
raggruppa a sua volta tantissime tipologie diverse di operatori), potrebbe
anche non tenere conto di ciò che pensa o vede chi opera su time frame
superiori o addirittura di quello che fanno gli investitori.

Si possono però verificare delle situazioni nelle quali diverse tipologie
di operatori riconoscono una stessa area di prezzo come una buona
occasione di acquisto o vendita.

Potremmo quindi ritrovarci nella situazione in cui queste diverse
tipologie di operatori si concentrano sullo stesso livello di prezzo e
tentano di entrare sul mercato nella stessa direzione. Queste sono
esattamente le condizioni che determinano la nascita e lo sviluppo di un
movimento esplosivo e solitamente duraturo. In termini pratici, la cosa
non è così semplice come sembra perché le combinazioni sono pressoché
infinite. Potremo infatti trovarci anche nella situazione in cui certe
tipologie di operatori identificano un certo livello di prezzo (definito
“cluster”) come una buona occasione di acquisto mentre un’altra categoria
di operatori identifica lo stesso livello di prezzo come un’ottima
occasione di vendita. A questo punto bisogna capire chi avrà più influenza
sul mercato e chi, plausibilmente, vincerà la battaglia.

Questo significa che se il prezzo tenderà ad avvicinarsi al cluster
dall’alto, ci sono buone probabilità che quell’area venga identificata
come una buona occasione d’acquisto, poiché potrebbe confermare
l’esistenza di un supporto.

Operativamente, quindi, potrebbe essere interessante piazzare un ordine
d’acquisto il più vicino possibile al livello inferiore del cluster stesso
in modo da aprire una posizione a basso rischio e ad alto potenziale.

Di norma, quanto più elevata sarà la selettività delle operazioni, tanto
più basso sarà il profilo di rischio poiché avremo cura di escludere
quelle operazioni rispetto alle quali non riteniamo plausibile lo scenario
a noi favorevole.

Questo significa che operare soltanto sui livelli di prezzo su cui si
concentrano le attenzioni di molte tipologie di operatori che
verosimilmente identificano quelle aree come delle buone occasioni
d’acquisto (o vendita) ci permette di aumentare significativamente le
probabilità di successo.

Va anche detto che maggiore è la selettività e più bassa sarà la frequenza
operativa: la cosa più importante, comunque, rimane quella di avere sempre
in mente alcuni principi base fondamentali che ispirano la nostra
operatività. Quello che ci interessa è operare il più possibile dove si
identificano delle reali occasioni di guadagno. Operare quando ci sono
delle situazioni dubbie si traduce solitamente in un aumento della
frequenza operativa, dei costi di transazione e solitamente in una
riduzione della profittabilità e dell’accuratezza.

Come applicazione pratica di quanto detto, finora riportiamo una
situazione concreta verificatasi sull’ EuroStoxx50 Future, prima
dell’ultimo rally iniziato il 28 gennaio 2005.

doppio_minimo_linea

doppio_minimo_linea

Come si può notare dal grafico precedente, il “cluster” è definito dal
doppio minimo nei pressi del quale passa anche una trendline importante
che conferma l’ipotesi di tenuta dei prezzi a livello 2.927.

Una strada da percorrere per evolversi come trader è quella di imparare a
osservare il mercato come fanno i trader più influenti, coloro che hanno
sistematicamente successo e quindi capire in che modo ogni altra categoria
di trader opera sul mercato, per imitare i primi e evitare di restare in
compagnia dei secondi.

Se si identifica un livello di prezzo “critico”, definito appunto
“cluster”, in grado di attirare l’attenzione di più categorie di
operatori, possiamo concentrare la nostra attenzione unicamente su questi
livelli.

Se riusciamo quindi a rappresentare il mercato in questo modo, immaginiamo
le diverse tipologie di operatori reagire quando il prezzo raggiunge una
determinata area, potremo tentare di entrare insieme ai primi confidando
che la corrente degli acquisti o delle vendite trascini anche il nostro
ordine nella direzione auspicata.

Limitarsi ad osservare i mercati attraverso un’unica modalità analitica e
con riferimento a un solo time frame può risultare semplicistico. La
ricerca della semplicità non deve sconfinare nella superficialità: la
semplicità di ogni metodo è sicuramente indispensabile per operare in modo
efficace e profittevole ma non è possibile semplificare eccessivamente un
sistema, senza rischiare di perdere quegli aspetti e componenti essenziali
che definiscono il sistema stesso e che ci permettono di operare.

Il grafico che segue, illustra la medesima situazione con la
rappresentazione a candele giapponesi: la situazione è la medesima, ma il
livello critico (il cluster) è posizionato a 2.917 anziché 2.927. Tale
considerazione ci porta a definire come cluster l’intera area compresa fra
i due livelli e, molto più importante, ciò che avrebbe indotto a pensare a
una violazione del livello 2.927 si rivela invece un segnale di
sostanziale tenuta del cluster.

doppio_minimo_candele

doppio_minimo_candele

A riprova di ciò, l’evoluzione delle quotazioni si conferma estremamente
positiva.

evoluzione_quotazioni

evoluzione_quotazioni

Ciò che possiamo fare per domare la complessità è partire dalla situazione
più ricca di informazioni e cercare di estrarne le strutture ovvero i
livelli critici sui diversi time frame e con differenti rappresentazioni
grafiche, in funzione delle diverse metodologie che le categorie più
influenti di operatori utilizzano e cercare poi di attribuire una priorità
a queste strutture (livelli). È evidente che alcune strutture soprattutto
sui time frame più alti hanno sicuramente una priorità rispetto ad altre
strutture su time frame inferiori. Dopo aver quindi analizzato e scomposto
il mercato dobbiamo o rimettere insieme i pezzi e arrivare ad avere in
mente una sorta di mappa del territorio – il range di prezzo –
attorno al valore attuale per capire dove si sovrappongono eventuali aree
di acquisto/vendita per diverse categorie di operatori oppure dove queste
si contraddicono.

Possiamo quindi arrivare così ad una sorta di “semplicità” ovvero a un
solo (a volte due o nessuno) livello critico per ogni seduta operativa,
selezionando quello che tra tutti ci convince di più. Prenderemo quindi in
considerazione l’apertura di una posizione unicamente se il prezzo dovesse
arrivare in contatto con queste aree per noi particolarmente
significative.