L’eccesso di operatività  (overtrading)

“Guardate in uno specchio, perché è lì che vedrete il più
temibile nemico del trader.”

È questa frase di Daryl Guppy che riassume l’essenza stessa
delle problematiche che affliggono i trader. Per ottimizzare la propria operatività è necessario sforzarsi di dominare l’impulso a fare trading a tutti i costi e imparare a rendersi conto di quando si sta operando in eccesso, cosa che normalmente avviene perché il portafoglio lo consente, piuttosto che per fondati motivi tecnici.

Sempre Guppy spiega nel suo recente libro Lo specialista del
trading
: “Dopo tante argomentate analisi, dopo l’esame di tanti
grafici e dopo il frenetico susseguirsi dei calcoli, potreste essere indotti a
credere che il successo nel trading sia garantito; la percentuale di fallimenti
che si verifica nel mercato è tale invece da suggerire tutt’altro.

Questa garanzia non vale la carta su cui è scritta, dal momento che
abitualmente i trader commettono un vero e proprio suicidio finanziario, perpetrato spesso mediante l’overtrading, in risposta ad un istinto che essi stessi stentano a capire fino in fondo.”

Il problema potrebbe essere la difficoltà della valutazione
“oggettiva” della performance in relazione allo sforzo
compiuto per conseguirla: La maggior parte delle persone affermate a livello professionale (manager, imprenditori, professionisti) ritiene che esista un nesso molto stretto tra sforzo lavorativo e obiettivi raggiunti. Non esiste imprenditore che non sostenga che il successo della propria azienda non sia fondato sull’impegno e sulla costanza.

Gli elementi che rendono accettabili orari “impossibili”, elevati livelli
di stress e la tipica frenesia metropolitana sono in genere elevati
stipendi, uno stile di vita invidiabile o il fortissimo desiderio di
vedere coronato dal successo il proprio progetto. Per dirla in una sola parola: il successo.

“Successo” però è un termine relativo. Paradossalmente chi
misura il “successo” in relazione all’aspetto economico
della ricompensa per il lavoro svolto, prende a modello persone che
riescono a lavorare poco e a guadagnare molto, almeno in apparenza. La realtà è però legata a parametri più “ortodossi”: di norma consideriamo eticamente corretto guadagnare tanto solo se lavoriamo tanto. Il trading modifica questo rapporto lavoro/ricompensa in maniera assolutamente radicale, poiché è un’attività che spezza il nesso tra il risultato e lo sforzo applicato per conseguirlo. Quando ciò si verifica molti trader novizi si sentono disorientati e questo incide pesantemente
sul loro trading. Il paradosso è rappresentato dal fatto che nelle
attività “convenzionali” il risultato economico è generalmente
funzione delle ore di lavoro, mentre nel trading non è affatto detto che chi lavora di più (cioè chi fa più operazioni) guadagni maggiormente rispetto a chi ha una frequenza operativa minore.

Il problema del trading non è la quantità delle operazioni, ma
la loro qualità

Continua Guppy: “La caratteristica distintiva dell’eccesso di
trading non è un numero prefissato di trade, ma la motivazione sottesa a ognuno di essi. A volte il trading può conformarsi al modello comportamentale proprio del gioco d’azzardo, o peggio ancora, del gioco d’azzardo patologico: operare in eccesso più per il desiderio di provare il brivido del rischio che di seguire un’oculata gestione
del capitale è una delle caratteristiche peculiari di un approccio di
questo tipo. Un primo passo verso l’overtrading lo si compie
allorché si aprono posizioni per il bisogno di fare qualcosa, perché non
si riesce ad attendere pazientemente che si presentino le opportunità. È questa una tentazione sempre presente, dal momento che in una maniera o nell’altra non passa giorno senza che qualcuno ottenga dal mercato buoni profitti. E allora ci sorge il dubbio che se fossimo più esposti, maggiormente investiti, anche noi potremmo aver parte nel gioco. Piuttosto
che restare fuori, i trader novizi si buttano su ogni ragionevole
opportunità che possono permettersi, incuranti di qualsivoglia criterio di money management o di controllo del rischio.”

Guppy prosegue poi elencando una serie di comportamenti tipici
dell’overtrader, che sono spesso causa di significative
delusioni:

  • il trade è facilmente valutabile in base al ritorno lordo, ovverosia
    considerando il minimo corrente rispetto al massimo assoluto
    dell’anno;
  • la dimensione della posizione è determinata dalla liquidità
    immediatamente disponibile per il trading;
  • l’uscita è vagamente definita tenendo conto dei massimi
    precedenti o delle sensazioni istintive;
  • alcune posizioni vengono chiuse anticipatamente per liberare liquidità
    per nuove posizioni, giudicate più interessanti;
  • al fine di poter aumentare la dimensione delle nuove posizioni è
    continuamente aggiunto denaro di altra provenienza, quale per esempio lo
    stipendio.

Questi sono i comportamenti tipicamente indicativi dell’eccesso di
trading: potrebbe fornirle un trader che si affidasse nettamente più
all’entità del portafoglio che non alla ragione.

Titolo: Lo specialista del trading

Autore: Guppy Daryl