Da Pianeti e Intermarket possibili perturbazioni sull’Azionario

Vincere con l’Intermarket Analysis autore:Fabrizio Pozzi vai alla scheda del libro »   La convergenza del pattern (di matrice ribassista) denominato throw over-ending diagonal sull’Indice DJ Industrial in concomitanza con il periodo di Mercurio Retrogrado (7 Giugno – 1 Luglio), ovvero quando un corpo celeste si muove nel verso opposto al moto diretto, deve indurre a qualche…

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Titolo Intermarket della settimana: Deutsche Lufthansa

Vincere con l'Intermarket Analysis Vincere con l’Intermarket Analysis autore:Fabrizio Pozzi

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Un paio di settimane fa, nel corso della Strategic Investment Conference tenutasi a Los Angeles a cui hanno partecipato i più noti economisti e strategists americani, uno dei termini più ricorrenti, nonché oggetto di dibattito, è stata la parola complacency ovvero compiacimento, soddisfazione. In altri termini, i Mercati Finanziari sarebbero al momento sottomessi a una sorta di complacency bubble, le cui manifestazioni più nitide sarebbero ravvisabili nella volatilità che, da almeno un paio di anni, si muove laterale su livelli minimali certificando, in qualche misura, la piena soddisfazione dei Bulls e la relativa (loro) consapevolezza che tale uptrend, per varie ragioni, non possa che continuare.

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Fuga dalle Small Caps, ovvero temporali in arrivo?

Se saranno solo temporali pre-estivi o tempeste lo si saprà con il senno di poi; di sicuro il deciso breakdown dell’Indice Russell 2000 (Small Caps) in termini di ratio rispetto al corrispettivo Russell 1000 (espressivo delle Big Caps ) è sintomatico di un livello di Confidence (o Risk Appetite) che sta venendo progressivamente meno. Sul versante macro, non deve ingannare il dato estremamente positivo registrato in data 2 maggio in termini di Non-farm payrolls (dipendenti a libro paga del settore privato) poiché, come acutamente faceva notare Rodney Johnson: “Delle 273.000 unità incrementali la maggior parte si trova allocato nella fascia reddituale più bassa, dunque poco conforme a favorire la crescita economica”. Assodato che in Europa al momento anche la Germania non ha più ritmi da “locomotiva” (del resto l’Euro dollaro prossimo a 1.40 di certo non può agevolare un Paese il cui Pil si fonda per il 40% sull’export), forse qualche nota lieta può arrivare dal contesto asiatico, dove alcuni countries quali Corea, Singapore e Hong Kong potrebbero aver formato le basi per un nuovo rally di breve periodo; con due grandi incognite, ovviamente: il Giappone, i cui livelli record di short-selling accumulati creano qualche dubbio circa l’efficacia della politica economica avviata da Shinzo Abe, e la Cina che, sempre “danzante” intorno al livello 2000 dell’Indice Shanghai Composite, potrebbe avere individuato un significativo bottom di periodo oppure, worst case, starebbe solo caricando la molla per sancire il collasso definitivo del mercato immobiliare.

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