Fuga dalle Small Caps, ovvero temporali in arrivo?

Se saranno solo temporali pre-estivi o tempeste lo si saprà con il senno di poi; di sicuro il deciso breakdown dell’Indice Russell 2000 (Small Caps) in termini di ratio rispetto al corrispettivo Russell 1000 (espressivo delle Big Caps ) è sintomatico di un livello di Confidence (o Risk Appetite) che sta venendo progressivamente meno. Sul versante macro, non deve ingannare il dato estremamente positivo registrato in data 2 maggio in termini di Non-farm payrolls (dipendenti a libro paga del settore privato) poiché, come acutamente faceva notare Rodney Johnson: “Delle 273.000 unità incrementali la maggior parte si trova allocato nella fascia reddituale più bassa, dunque poco conforme a favorire la crescita economica”. Assodato che in Europa al momento anche la Germania non ha più ritmi da “locomotiva” (del resto l’Euro dollaro prossimo a 1.40 di certo non può agevolare un Paese il cui Pil si fonda per il 40% sull’export), forse qualche nota lieta può arrivare dal contesto asiatico, dove alcuni countries quali Corea, Singapore e Hong Kong potrebbero aver formato le basi per un nuovo rally di breve periodo; con due grandi incognite, ovviamente: il Giappone, i cui livelli record di short-selling accumulati creano qualche dubbio circa l’efficacia della politica economica avviata da Shinzo Abe, e la Cina che, sempre “danzante” intorno al livello 2000 dell’Indice Shanghai Composite, potrebbe avere individuato un significativo bottom di periodo oppure, worst case, starebbe solo caricando la molla per sancire il collasso definitivo del mercato immobiliare.