L’importanza di conoscere i propri limiti

Sui mercati è più facile guadagnare che perdere. Eppure…

Sembra assurdo!

Le statistiche, come dicevamo nell’articolo precedente, sembrano dimostrare
il contrario.

Prendetemi come esempio.

Sono sui mercati da 15 anni e alla fine dell’anno sono sempre in profitto.
Anche in quegli anni in cui chiudo più operazioni in perdita che in
guadagno.

Eppure non sono un genio della finanza e nemmeno un eletto.

Sono semplicemente una persona che ha dovuto riconoscere i propri limiti.

Vedete, cari lettori, la mia è una personalità ansiosa e quindi tende
all’overtrading se opero intraday.

Mi sono cimentato con i derivati e devo dire che con i futures sono
abbastanza bravino ma le opzioni mi hanno fatto perdere parecchi soldi.
Questo non vuol dire che le opzioni siano un male in assoluto ma per una
personalità ansiosa come la mia è meglio evitarle.

+50% dopo 10 minuti -20% dopo altri 15 minuti.

Ma guardate quanto è fetente la mente! Quando vedo un guadagno alto non
vendo seguendo la massima “Vendi, guadagna e pentiti”.

Viceversa, quando vedo un “rendimento” negativo vendo subito, pensando che
potrei perdere tutto. Che dopo poco potrebbe arrivare la fine del mondo.

Sembra quasi che soffra di disturbo ossessivo-compulsivo. Una sorta di
godimento nel vedere che perdo. Quasi come se stessi dicendo a me stesso:
“Vedi Roberto, tu non sarai mai un trader”. Cambia lavoro che è meglio!

Da questo cosa possiamo imparare?

Che se prima non mettiamo dei punti fermi nella nostra attività
imprenditoriale come investitori saremo sempre perdenti sul mercato.

Ecco perché le statistiche dimostrano che pochi sopravvivono come speculatori:
solo degli improvvisati possono pensare di conoscere dopo aver letto un libro tutti i “segreti” della Borsa. Non programmano, non si organizzano.

Mentre il trader deve studiare, applicarsi ma soprattutto sbagliare.

Quando ammetto “ho dovuto riconoscere i miei limiti” mi riferisco proprio
a questo. Le opzioni non fanno per me, o meglio, non so gestire l’ansia
che ne deriva.

Ecco allora che l’utilizzo di una metodologia a più lungo respiro, pochi
giorni, come le medie mobili, sono state la mia salvezza.

È vero che di medie mobili ne esistono un’infinità e soprattutto che danno
parecchi falsi segnali, ma grazie ai miei studi su un indicatore importante
come il coefficiente di Hurst ho potuto trovare un cross ottimale per il
mio trading. Un metodo che funge da ansiolitico e che mi restituisce
enormi soddisfazioni.

Non si diventa ricchi, anche perché lo applico ai titoli dello SPMIB, ma
si ottiene un perfetto rapporto rischio/rendimento.

Cari lettori, se ci riesco io a guadagnare in borsa vi assicuro che può
farcela chiunque.