I future (IV parte)

La stagionalità è una tendenza delle quotazioni dei contratti future che
si ripete anno dopo anno, in media, in certi periodi dell’anno (oppure su
un altro periodo di tempo).

Per esempio nei mesi da novembre a marzo, nell’emisfero boreale, c’è un
significativo aumento della domanda di prodotti petroliferi per il
riscaldamento. Questo, nell’emisfero boreale, porta a un aumento annuale
del prezzo del petrolio, carbone e gas poco prima che inizi l’inverno
poiché aumenta significativamente, da parte dei fornitori di prodotti
petroliferi, la domanda per incrementare le scorte per affrontare
l’inverno.

La tendenza stagionale delle quotazioni dei prodotti petroliferi, non
coincide con la reale richiesta stagionale (per esempio il prezzo dei
prodotti petroliferi non raggiunge un picco nel momento più freddo
dell’inverno) proprio perché i grossisti di prodotti petroliferi comprano
la materia prima per incrementare le scorte prima dell’inizio dell’inverno
e questo fa naturalmente aumentare le quotazioni prima dell’inverno. La
fine dell’inverno coincide solitamente con il momento in cui le quotazioni
raggiungono il minimo e non sorprende affatto che questo sia il momento
dell’anno in cui si registrano i prezzi più bassi.

Un operatore che utilizza strategie di arbitraggio può cercare di
sfruttare la stagionalità comprando alla fine dell’inverno e vendendo la
merce acquistata quando i prezzi raggiungono i picchi stagionali. Chi
adotta queste strategie non ha la possibilità di prevedere in modo preciso
le oscillazioni di mercato, poiché l’arbitraggio sulle materie prime
solitamente coinvolge la necessità di immagazzinare fisicamente grosse
quantità della merce in gioco. Bisogna disporre quindi di mezzi sia fisici
che finanziari importanti per poter gestire i costi di stoccaggio.
Naturalmente anche l’immobilizzo di fondi sulla materia prima per sei
mesi, nell’attesa che arrivi il picco stagionale, comporta dei costi
aggiuntivi, limitando così gli eventuali profitti dell’operazione di
arbitraggio. Per effetto quindi di tutti questi costi aggiuntivi non è
sempre possibile trarre vantaggio dagli effetti stagionali per realizzare
un profitto a rischio quasi nullo. L’unico modo attraverso il quale uno
speculatore può sperare di realizzare un guadagno è quello di anticipare
un’eventuale variazione stagionale del prezzo e assumere una posizione sul
mercato future di conseguenza.

Un altro esempio di variazione stagionale del prezzo riguarda la caduta
dei prezzi delle granaglie durante il periodo del raccolto, quando viene
riversata sul mercato un’enorme quantità di materia prima
contemporaneamente. Non tutti i produttori infatti dispongono di capacità
di stoccaggio sufficienti e quindi i compratori, facendo leva su questo
effetto, si sentono autorizzati a chiedere dei prezzi scontati durante
questa fase di raccolto.

Sono disponibili sul mercato un certo numero di pacchetti software di
analisi tecnica in grado di calcolare i fattori stagionali. Per utilizzare
queste funzioni del software è necessario disporre di una lunga serie di
dati storici, al fine di riuscire a costruire una curva di tendenza
stagionale. La curva riporta l’andamento stagionale di una certa materia
prima come, appunto, l’aumento del prezzo dei prodotti petroliferi attorno
a settembre anche se il timing esatto sull’inizio di questa salita dei
prezzi, può variare da anno a anno. La stagionalità mette in luce soltanto
una tendenza complessiva dei prezzi e non rappresenta uno strumento sicuro
per realizzare dei profitti. È sicuramente uno strumento molto utile che
può permettere a un trader di valutare l’effettiva fondatezza di altri
segnali di rialzo, anche senza sapere la data esatta nella quale la
tendenza stagionale si potrà manifestare.