Il money management classico

Nel precedente articolo abbiamo visto i diversi aspetti legati al money
management: ci soffermiamo ora sui temi legati al money management
all’interno dei trading system.

Costruendo una strategia di investimento, sia essa implementata
manualmente sia essa automatizzata e delegata ad un calcolatore, è
fondamentale avere chiaro i meccanismi con cui chiudere una posizione,
long o short.

Durante lo studio dei mercati, l’analista o il trader tendono a
individuare i meccanismi di ingresso sul mercato, basati su oscillatori,
su pattern, su indicatori o su qualsiasi altra cosa. È naturale prima
pensare a come aprire una posizione e poi pensare a come chiuderla.
Tuttavia è sicuramente più importante integrare nella strategia delle
condizioni efficaci di uscita piuttosto che dei buoni segnali di ingresso
(che sono comunque necessari).

L’insieme dei segnali di chiusura di una posizione sono la faccia del
money management presente all’interno dei trading system. Gestire il
guadagno o la perdita di una posizione aperta in modo corretto è
essenziale per preservare il capitale nelle operazioni errate e
massimizzare la resa delle operazioni vincenti.

I segnali classici del money management nei trading system sono cinque:

  • stop loss;
  • breakeven stop;
  • trailing stop;
  • take profit;
  • shock protection.

Lo stop loss è quel segnale che limita la perdita massima
associata a ciascun trade. L’entità di questa perdita può essere fissata
in diversi modi:

  • percentuale fissa;
  • percentuale legata alla volatilità del titolo;
  • punti fissi.

Si impiega la percentuale fissa quando non si vuole ammettere in nessun
caso una perdita superiore a un dato ammontare (in percentuale sul
capitale investito), indipendentemente dal titolo negoziato e quando si è
convinti che raggiunta una perdita pari al valore prefissato, il segnale
di ingresso sia da ritenersi invalidato e pertanto non sussistano più le
ragioni che hanno spinto ad aprire la posizione.

Si impiega la percentuale legata alla volatilità del titolo (magari
ancorando il valore dello stop all’Average True Range del titolo) quando
si vuole considerare la caratteristica intrinseca dei diversi strumenti
azionari che possono percorrere lo stesso cammino con ampiezza delle onde
(e quindi volatilità) decisamente diversa.

Si impiega un ammontare fisso quando si opera con strumenti future.
Infatti questi strumenti portano a guadagnare o perdere non in ragione del
movimento percentuale realizzato quanto piuttosto in funzione del numero
di punti incamerati o lasciati sul mercato. Perdere 1.000 punti per un
ingresso errato a 50.000 piuttosto che a 25.000 è la stessa cosa da un
punto di vista monetario: in entrambi i casi sono stati bruciati 5.000
euro per contratto (i dati espressi si riferiscono al Fib). Nel primo caso
con un movimento del 2% nel secondo con un movimento del 4% dello
strumento trattato.

Il breakeven stop è quel segnale che permette di chiudere
una posizione in pareggio una volta raggiunto un determinato profitto
sulla posizione aperta. Il trigger da regolare è il guadagno che attiva il
segnale. Il procedimento per la sua determinazione ricalca quanto visto
per lo stop loss con i metodi a percentuale fissa, percentuale variabile e
punti fissi. Attivare presto il segnale significa cautelarsi maggiormente
da inversioni del mercato ma rischiare di chiudere in anticipo un trade
profittevole. Al contrario attendere troppo per l’attivazione di questo
segnale può portare una operazione favorevole che ha generato un bel
guadagno virtuale a trasformarsi in una operazione che genera perdita
reale!

L’evoluzione naturale dei due segnali precedenti è il trailing
stop
: qualora l’operazione si riveli profittevole e il guadagno
continui a incrementarsi è necessario cominciare ad assicurarne parte di
esso, in modo che qualsiasi inversione del mercato (eccezion fatta per gap
nell’overnight) non ci eroda l’intero guadagno virtuale accumulato.

In questa tipologia di segnale è necessario stabilire due livelli (ancora
una volta secondo le metodologie esposte): il livello a cui attivare il
segnale e il livello a cui porre la chiusura della posizione. Per il primo
livello dovremmo scegliere un valore di guadagno superiore rispetto al
breakeven stop, mentre per il secondo livello è necessario decidere quanto
del guadagno virtuale accumulato siamo disposti a cedere al mercato. Se
siamo disposti a cedere poco del guadagno accumulato rischiamo di andare
incontro ad una uscita anticipata alla prima correzione del mercato; di
contro mantenere il trailing stop eccessivamente lontano dai massimi (o
minimi) raggiunti porta a vedere vanificato gran parte del guadagno
accumulato.

Sarà una valutazione della strategia nel suo complesso e delle
caratteristiche del trader ad indicare quali valori adottare per questi
settaggi.

Il quarto caposaldo del money management nei trading system è il
take profit. Questo segnale indica la chiusura della
posizione raggiunto un determinato profitto, stabilito con le metodologie
indicate. A differenza del trailing stop che non preclude la corsa dei
prezzi, questo segnale pone un traguardo massimo al guadagno che può
essere accumulato. Pertanto sarà un segnale particolarmente efficace per
quelle operazioni che nascono in trading range ove lo spazio a
disposizione per i movimenti di prezzo appare limitato. Meno efficace
rispetto all’impiego del trailing stop sarà l’adozione del take profit nei
grossi trend la cui entità è difficilmente quantificabile a priori.

L’ultimo segnale che vediamo, lo shock protection, è legato
ad avvenimenti esterni che possono provocare shock sul mercato. Lo scopo
di questo segnale è di proteggere la posizione aperta qualora il mercato
imbocchi improvvisamente ed inaspettatamente una direzione opposta a
quella desiderata, con forte incremento della volatilità. Prima che possa
intervenire qualsiasi altro segnale chiudiamo la posizione grazie
all’intervento di questo meccanismo che prevede una escursione massima
avversa tra due barre pari ad un valore prefissato.

Nel prossimo articolo cominceremo ad affrontare i principi di base che regolano la costruzione di un trading system.