Come si opera con i pullback


Dave Landry
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La settimana scorsa abbiamo discusso di trend e di come dovrebbe essere
facie riconoscerli. Altrimenti, non è un trend. Ho impiegato la figura
sotto per dimostrarvi quanto un trend dovrebbe essere ovvio.

Immagine 12

Dopo aver consegnato l’articolo, iniziai a pensare che i miei amici
italiani potessero chiedersi: «Ma quanto può essere utile una serie di
linee?». La risposta mi giunse qualche giorno dopo. Ricevetti una mail che
mi chiedeva che si sarebbe dovuto fare con una posizione in AIG (American
International Group). Il titolo si trovava in un downtrend di lungo
termine, e più di recente, addirittura in caduta libera. Si diceva che
sarebbe ancora sceso, ed accadde. Il 16 settembre 2008 il titolo scambiò a
1,25 dollari, dopo aver perso oltre il 70 per cento del proprio valore
nottetempo.

Come è possibile evitare tali perdite? Semplicemente seguendo lo schema
sopra dei trend. Solo considerando l’acquisto di titoli che sono in
uptrend manifesti,* e la vendita di titoli in manifesti downtrend.*

*O che stanno invertendo il trend, si veda l’articolo precedente.

Immagine 1

(Per gentile concessione di Telecharts Platinum)

Vedete dal grafico 1 che AIG si è trovata in un palese ribasso per diverso
tempo. Per dirla altrimenti, sarebbe stato possibile tracciare una freccia
indicante la direzione del trend. Non sto dicendo che il trading sia
facile. Quel che sto affermando è che le perdite (come quella citata)
possono essere evitate NON opponendosi ai trend manifesti.

La scorsa settimana scrissi che «il solo fatto che un mercato sia
direzionale non implica che lo si debba ciecamente comprare o vendere. I
mercati direzionali tendono ad invertire, e non si può mai esser certi che
quella che inizialmente ci appare come una correzione possa essere di
fatto la fine di un trend. È pertanto molto più facile stare ad aspettare
che si verifichi la correzione e quindi cercare di entrare se (e solo se!)
il trend precedente inizia a riaffermarsi. In altri termini, aspettate un
pullback!»

Tutti i miei pattern possono ritenersi pullback. Vediamo l’idea di fondo.

Operare con i pullback

Ritengo che «The trend is your friend» sia il più vero degli adagi del
trading. Ed il miglior modo di entrare in un trend sono i pullback. Con
riferimento alla figura 1, possiamo vedere un deciso trend (a) che inizia
a correggere (b). Si delinea un’entrata allorché il trend inizia a
riprendersi (c) e si piazza uno stop protettivo in caso ciò non dovesse
avvenire (d). Al protrarsi del trend, bisognerebbe incassare parziali
profitti (e), e lo stop per la parte di posizione rimanente dovrebbe
essere alzato (f).

Immagine 9

In articoli, libri e presentazioni ho dedicato molto tempo
all’illustrazione di questi concetti. Per il momento proviamo a
considerarli nella loro forma più semplice:

A) Trend forte: il mercato si deve trovare in un forte trend.* Per misurare
la forza del trend si può ricorrere ai “qualificatori del trend”** o alla
mia tecnica preferita – semplicemente guardando il grafico e
tracciando una freccia nella direzione del trend (se ce n’è una!).

* O in una chiara transizione.

** Si veda, “Guadagnare in borsa con lo swing trading” (Trading Library,
2002). Ribadisco che nei prossimi articoli tratterò più diffusamente di
tutti questi concetti.

B) Il “pullback”: il trend dovrebbe ritracciare in un periodo compreso tra 1
e 8 giorni. La profondità di questa correzione dipende dalla volatilità
del titolo, dalle condizioni generali del mercato e del settore. I titoli
volatili possono ritracciare profondamente e purtuttavia rimanere in
uptrend. Nei bull market di più lungo termine solitamente i ritracciamenti
sono meno accentuati. Accade anche che i mercati ritraccino brevemente
(sia in termini spaziali sia temporali) allorché stanno attuando delle
transizioni.

C) L’entrata: l’entrata aiuta ad assicurarsi che il mercato si stia
muovendo nella direzione voluta. Se non si “attiva” l’entrata, allora il
trade andrebbe evitato. Le entrate variano a seconda del prezzo e della
volatilità del titolo. L’entrata dovrebbe essere abbastanza lontana da non
attivarsi solo per piccoli movimenti erratici (noise), e al contempo non
così lontana da lasciarsi sfuggire troppa parte del trend.

D) Gli stop protettivi: una volta ache il titolo ha attivato l’entrata,
andrebbe inserito uno stop protettivo per tutelarsi da un’eventuale non
cooperazione del mercato. Tenete sempre a mente che in OGNI trade c’è un
rischio di perdita. Pertanto gli stop devono essere usati! Per gli stop ci
vuole un po’ di scienza e un po’ di arte. Non esiste un’area precisa in
cui collocarli. Gli stop ristretti aiutano a mitigare le grosse perdite ma
vi garantiscono anche che perderete, dal momento che potranno farli
scattare le normali fluttuazioni erratiche del mercato. Gli stop più
larghi vi consentono di rimanere nel mercato abbastanza a lungo da
cogliere la ripresa del trend. Tuttavia, se la ripresa non c’è, le perdite
saranno più pesanti. Gli stop vanno inseriti in base alla volatilità del
mercato sottostante. Se per esempio un mercato “salta” solitamente di 5
punti al giorno, lo stop andrà collocato al di fuori di questo range,
altrimenti basterà il noise di mercato ad estromettervi.

E) Prendere parzialmente profitto: il mio stile di trading prevede che si
prenda un piccolo profitto iniziale (solitamente pari al rischio iniziale)
e quindi si sposti lo stop a breakeven sulla rimanente parte della
posizione. Il peggio che può capitarmi (escludendo i gap overnight) è
uscire in pareggio con la restante parte della posizione. Qualora il trend
dovesse continuare, potrei seguitare a giocare “con il denaro del
mercato”.

F) Trailing stop: se il mercato dovesse continuare a muoversi in mio favore
lo stop protettivo andrebbe spostato più in alto, dimodoché in caso di
un’inversione non dovrei restituire troppa parte dei miei guadagni al
mercato. Ovviamente “troppa parte” è qualcosa di arbitrario e di
dipendente dalla volatilità del titolo. Come per gli stop protettivi, più
largo sarà il trailing stop e maggiori saranno le possibilità di catturare
trend di più lungo termine. È anche vero che allorché il mercato
invertisse per davvero perdereste di più. Io tendo ad allargare i miei
stop al perdurare del favore del mercato. Intendo dire che supponendo per
esempio che il mio stop iniziale sia 5 punti, una volta che ho avuto 7 o 8
punti di profitto potrei allargare il mio stop a 6 punti. Se il titolo
dovesse continuare a procedere in mio favore, potrei allargare lo stop
ulteriormente, ovviamente a ragion veduta. Ciò (sperabilmente!) dovrebbe
consentire di partecipare ad un movimento più esteso.

Nelle prossime settimane discuteremo di miei specifici pattern, della
psicologia del trader e di money management, oltreché di analisi tecnica
classica. Per ora, ricordate soltanto che il trend è vostro amico. E che
il miglior modo per entrare in un trend sono i pullback.