Money management

È impossibile riuscire a prevedere con regolarità e soprattutto in modo
preciso il comportamento dei mercati. Non riusciamo nemmeno a prevedere con accuratezza ciò che saremo in grado
di fare noi.

Anche se riuscissimo a prevedere dove potrebbe andare il mercato,
analizzando in dettaglio la situazione della domanda e dell’offerta e
tutte le altre variabili fondamentali, il mercato non sarebbe in alcun
modo obbligato a rispettare le nostre previsioni, rimanendo sempre in
balia di eventi casuali e dell’effetto combinato dell’umore di tutti i
nostri colleghi trader.

C’è soltanto una cosa che possiamo controllare direttamente, e quest’unica
cosa si chiama rischio e in particolare il rischio a cui decidiamo di
esporci in ogni singola operazione.

Non esiste alcun indicatore che possa fornirvi un reale vantaggio rispetto
a tutti gli altri operatori. Ci sono sul pianeta moltissimi supercomputer
che eseguono test di controllo ventiquattrore su ventiquattro, sette
giorni su sette su qualunque trading system concepibile dall’uomo. Reti
neurali, algoritmi genetici, riconoscimento automatico dei pattern, solo
per citare i più attuali, oltre naturalmente a migliaia di analisti che
valutano il rapporto tra domanda e offerta e ogni altro aspetto legato al
mercato. Non dimentichiamo poi i market maker che sul mercato cercano di
manipolare in qualche modo la direzione del prezzo, provocando dei
movimenti di breve termine nel tentativo di scuotere le mani deboli, far
scattare i loro stop loss e far eseguire così gli ordini di acquisto e
vendita non ancora eseguiti.

Nessuno può sostenere di aver trovato un indicatore o una metodologia in
grado di ottenere risultati migliori di qualunque altra. In realtà quindi
non esistono metodi in grado di ottenere risultati migliori rispetto al
lancio della moneta. Il lancio della moneta così come quello dei dadi,
nonostante siano procedure con esito casuale, possono essere gestite in
modo redditizio da chi conosce e applica correttamente una buona strategia
di money management e dispone di un capitale sufficiente.

In questo ambito esiste soltanto un settore che non è affatto casuale,
un’area che tutti i trader dovrebbero conoscere alla perfezione per
evitare di diventare dei giocatori d’azzardo. Imparare a modificare la
dimensione della propria posizione, imparare a incrementarla o ad
alleggerirla, imparare a preservare il capitale di cui si dispone per un
tempo sufficientemente lungo da consentire alla fortuna di bussare alla
nostra porta, significa disporre dei mezzi sufficienti per muovere i primi
passi nel delicato passaggio dal giocatore d’azzardo al trader vero e
proprio.

L’unico modo per riuscire ad accumulare una fortuna nel trading è quello
di avere una posizione abbastanza consistente (in termini di numero di
azioni o di contratti future) nel momento in cui la direzione si rivela
corretta e averne una più ridotta quando la direzione è sbagliata. I
trader migliori non hanno una probabilità di successo superiore al 50%,
anzi al contrario molto spesso ottengono una percentuale così bassa che
metterebbe in imbarazzo i trader meno esperti. Questi trader riescono però
ad avere delle posizioni molto consistenti nel momento in cui il mercato
dà loro ragione, mentre subiscono delle perdite contenute nel momento in
cui hanno torto.

Chi ha un’elevata percentuale di errore, deve essere in grado di avere
molta più ragione quando ha ragione rispetto al torto che ha quando
sbaglia. I trader professionisti non hanno ragione molto spesso, ma quando
accade riescono a guadagnare un sacco di soldi, abbastanza da potersi
permettere anche di sbagliare spesso.

I trader professionisti utilizzano delle strategie specifiche per ottenere
questo obiettivo.

Non lasciate mai che una posizione in guadagno vada in perdita. Il trading
non ha niente a che vedere con l’investimento e non ci si può permettere
di mediare al ribasso una posizione in perdita comprando più titoli o
contratti a un prezzo più conveniente. Bisogna assicurarsi di aver
liquidato la posizione nel momento in cui il mercato si gira contro di
noi.

Molto spesso si riescono a catturare i tacchini utilizzando una trappola
adatta. Questa trappola è costituita da una sorta di gabbia con un lato
che si può aprire verso l’alto. Il cacciatore mette del cibo all’interno
della gabbia aspettando che la preda entri per mangiare. Al momento giusto
tira una cordicella alla quale ha attaccato un bastoncino che tiene aperta
la gabbia, facendola chiudere e riuscendo così a catturare la sua preda.

Il trader che lascia che il mercato eroda i guadagni virtuali appena
realizzati è come il cacciatore che non sa quando deve tirare la corda per
chiudere la gabbia. Se dieci uccellini vengono a mangiare dentro la sua
trappola e uno riesce ad uscire, il cacciatore potrebbe decidere di
aspettare un momento per vedere se l’uccellino scappato rientra nella
gabbia. A questo punto però escono altri due uccellini e il cacciatore
aspetta ancora un momento per vedere se anche questi decidono di
rientrare. Soltanto uno di loro rientra ma altri due escono. Il cacciatore
si ripromette di tirare la cordicella e intrappolare le sue prede non
appena uno degli uccellini appena usciti decide di rientrare a mangiare.
Al contrario però ancora un altro uccellino esce alla ricerca della
libertà. Questa situazione potrebbe procedere per diverse volte fino a
lasciare la trappola completamente vuota poiché tutti gli uccellini sono
tornati in libertà, magari perché hanno finito il cibo/esca. Avrebbe
potuto catturarne 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1 mentre al contrario non ne ha
catturato nessuno perché li ha lasciati andare tutti, pur avendo avuto
tutto il tempo per catturarne quanti ne voleva, senza alcuno sforzo.

Non importa quanto sia il guadagno attuale che la vostra posizione ha
accumulato, ma non bisogna mai dimenticare che i guadagni rimangono
virtuali finché non vengono depositati in banca. Quanti trader hanno visto
evaporare completamente i guadagni virtuali realizzati nella speranza di
veder risalire il mercato/titolo?

Ci sono in realtà due aspetti fondamentali per quanto riguarda le tecniche
di money management: il money management vero e proprio e il risk
management.

Il money management comporta la riduzione al minimo delle perdite
chiudendo una posizione in perdita il prima possibile e massimizzando i
guadagni realizzati sulle posizioni in guadagno.

Il risk management comporta la massimizzazione dei profitti assicurandosi
di avere una posizione consistente sul mercato quando il mercato ci dà
ragione, e limitare le perdite assicurandosi di non avere troppi soldi
sulla posizione quando il mercato ci dà torto.

Naturalmente queste due componenti sono strettamente collegate l’una
all’altra e non si può applicare una corretta strategia di money
management senza un’altrettanto valida strategia di gestione del rischio o
viceversa.

La cosa più importante rimane comunque quella di assicurarsi di avere dei
guadagni significativamente superiori alle perdite e non accontentarsi che
siano “leggermente” superiori. La maggior parte delle operazioni si
conclude in perdita e quindi questo si traduce in un incremento dei costi
legati alle commissioni e allo slippage (differenza tra prezzo ipotetico
di apertura della posizione e prezzo realmente eseguito) oltre che alle
perdite.

Bisogna spostare la propria attenzione e il proprio obiettivo dal semplice
cercare di avere ragione spesso al meno banale tentativo di cercare di
avere assolutamente ragione occasionalmente. Sfortunatamente, la
psicologia umana gioca contro gli interessi del trader. Una certa
differenza di atteggiamento nei confronti delle perdite rispetto a quella
che si ha verso i guadagni è un fenomeno che spinge i trader ad assumere
dei rischi eccessivi per evitare le perdite, mantenendo in realtà un
atteggiamento più superficiale verso i guadagni. Un investitore che ha
perso il 10% è molto più contrariato di quanto sarebbe felice se avesse
guadagnato l’equivalente in dollari. Il risultato è che l’operatività del
trader diventa così sempre più frenetica, portando a casa piccoli profitti
appena disponibili, senza cercare di tenere la posizione aperta per più
tempo per evitare di cadere nella trappola dell’avidità. In questo modo
aumenta significativamente la velocità di ricambio del portafoglio
(turnover), aumentano in modo esponenziale i costi di commissione rispetto
a quelli che sarebbero stati se il trader avesse avuto una visione di più
ampio respiro, e magari su un time frame più lungo. Si potrebbe sviluppare
anche un atteggiamento di vendetta verso il mercato, intraprendendo
un’operatività motivata dalla volontà di recuperare le perdite subite. A
volte questo atteggiamento si traduce in un aumento della frequenza
operatività se i risultati non sono quelli desiderati, con uno sforzo
sempre maggiore anche se le condizioni di mercato non sono certo le più
favorevoli al proprio stile operativo.

Chi si accontentasse di portare a casa tanti piccoli guadagni si troverà
sicuramente a dover affrontare un’inevitabile perdita di una certa entità
che annullerà i risultati i decine di operazioni positive.

Alexander Elder, in Vivere di Trading, ribadisce l’importanza del money
management:

«Si può ottenere il successo nel trading soltanto se lo si affronta come
una seria sfida intellettuale. L’operatività emotiva è letale. Per
aumentare le probabilità di avere successo, bisogna esercitarsi moltissimo
nell’applicazione di una strategia difensiva di money management. Un buon
trader gestisce il proprio capitale con la stessa attenzione con cui il
sommozzatore professionista controlla l’ossigeno nelle sue bombole».