Indicazioni di trading fornite dai canali parabolici acuti (art. 9)

Indicazioni molto più precise di quelle che possiamo evincere dalla
formazione di canali parabolici ogivali, che, come visto nel precedente
articolo, definiscono una situazione di sostanziale indecisione e sono
come tali di difficile interpretazione, emergono dalla configurazione di
canali che vanno via via restringendosi con il passare del tempo e che
vengono per tal ragione definiti “acuti”.

La formazione di canali parabolici acuti indica una precisa volontà
unidirezionale del mercato, che lo porta ad essere fortemente orientato al
rialzo o al ribasso. In queste situazioni tutti gli operatori operano in
range di prezzo molto ridotti, sintomo di un deciso contrapporsi tra forze
rialziste e forze ribassiste su attività di trading “mordi e fuggi” e di
assenza di operazioni di ampio respiro.

Di fatto tutti gli operatori vogliono cavalcare il momento favorevole del
mercato e quindi semplicemente operano in un modo molto più dinamico
rispetto a quanto farebbero in circostanze più tranquille: le posizioni
aperte vengono chiuse con largo anticipo, producendo
un notevole restringimento del canale parabolico delimitante le oscillazioni
del mercato.

Di norma in tali circostanze prevalgono le forze che spingono il mercato
nella direzione del trend dominante di medio periodo – determinando
situazioni di ipercomprato o ipervenduto – fino a quando esse
stesse, prima che la situazione “estrema” prenda realmente corpo, iniziano
a monetizzare i guadagni. Solitamente a questo punto il trend inverte segno e lo
fa con molta forza.

L’interpretazione di queste situazioni è molto agevole con il ricorso alle
evolventi paraboliche, in quanto esse permettono di definire con buona
immediatezza visiva il formarsi dei canali parabolici acuti, oggetto
della nostra trattazione, e conseguentemente consentono al trader di
predefinire la propria operatività al presentarsi del segnale, molto
netto, di avvio dell’azione correttiva, ma anche all’eventuale occorrenza
di segnali inattesi e molto forti, tali da spingere il grafico del mercato
a violare il canale parabolico acuto.

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Figura B/3/1 Titolo Capitalia 2000-05: canale parabolico acuto formato
da due evolventi paraboliche.

Un chiaro esempio di configurazione di un canale parabolico acuto è
offerto dall’andamento del titolo Capitalia raffigurato in figura B/3/1.
Si constata che le due evolventi paraboliche di supporto e di resistenza,
mano a mano che il tempo trascorreva e che le quotazioni del titolo
Capitalia crescevano, andavano vistosamente avvicinandosi, restringendo
via via l’ampiezza del canale, per tal ragione definito “acuto”.

Certamente all’apice di detto canale, ma verosimilmente anche prima, dal
punto di vista dell’interpretazione grafica e della dinamica del mercato
qualcosa doveva accadere: il trend in atto, ottimamente descritto dal
canale, giungeva infatti a maturazione, e quindi il mercato doveva andare
alla ricerca di nuove trendline o canali che ne guidassero il cammino
futuro.

Nel caso in esame l’esito fu molto chiaro: come prevedibile,
all’esaurimento del canale parabolico acuto – a dire il vero un po’
prima, come avviene quasi sempre – il trend invertì energicamente la
propria direzione da rialzista a ribassista. In altri casi, al
raggiungimento dell’apice del canale parabolico acuto si affacciano sul
mercato nuove energie rialziste, capaci di produrre un ulteriore strappo
nella direzione del trend oltrepassante con decisione l’evolvente
superiore del canale.

In questa secondo caso tutti gli operatori, rialzisti e ribassisti, che
fino a quel momento avevano operato con posizioni di modesta entità,
prendono atto del nuovo fattore esterno che ha interessato il mercato
determinando un rafforzamento della sua precedente intonazione. Ne
consegue una situazione decisamente orientata al rialzo, in cui le
correnti ribassiste perdono rapidamente intensità.

In linea di massima, tuttavia, l’uscita dal canale parabolico acuto
avviene al ribasso, con implicazioni segnatamente negative per il mercato.

Si può quindi ragionevolmente riaffermare che le evolventi
paraboliche, e ancor meglio il canale costruito a partire da esse,
rappresentano un validissimo metodo di visualizzazione grafica delle forze opposte
presenti sul mercato, e che al prevalere di una sull’altra il canale tende
a restringersi, definendo in tal modo e con una certa attendibilità sia il
livello di prezzo sia la data del suo completamento, in corrispondenza del
quale dovrebbero verificarsi con buona probabilità o un’inversione,
oppure, più raramente, una nuova spinta fortemente positiva.

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Figura B/3/2 Titolo Ras 2000-05: canale parabolico acuto formato
da due evolventi paraboliche.

La formazione di un canale parabolico acuto, sebbene meno
“spinto” di quello del titolo Capitalia, sì è presentata anche sul titolo
Ras, che nello spazio di due anni circa è cresciuto da 10 a 18 euro con
molta regolarità, com’è ben descritto dal supporto esercitato dalla
evolvente parabolica rossa, la quale peraltro iniziava a riconoscere punti
significativi di minimo fin dal 2000.

Nella seconda parte del 2004 il titolo ha avviato una crescita davvero
molto rilevante, partendo da circa 14 euro per giungere in prossimità dei
18 euro, e in questa fase le oscillazioni comprese in un trend fortemente
direzionale al rialzo andavano progressivamente riducendosi, a
testimonianza di una sempre più accesa coralità di partecipazione alla
crescita della Ras da parte degli operatori.

L’interpretazione grafica di questo movimento con il ricorso al canale
parabolico acuto indicato in figura ha permesso di prendere atto del venir
meno del fortissimo interesse di carattere speculativo sul titolo non
appena lo stesso ha violato al ribasso l’evolvente parabolica inferiore di
supporto.

Al presentarsi di questo segnale, evidentissimo, da parte dei trader era
assolutamente doveroso chiudere le posizioni al rialzo, in attesa di
verificare, a distanza di qualche tempo, la nuova situazione che si
sarebbe venuta a creare sul titolo, per semmai decidere nuovamente di
entrare. Per quanto ovvio, val forse la pena ripetere che nel trading è
decisivo percepire i segnali di entrata e di uscita dal mercato, e che
nelle situazioni di forte crescita i canali parabolici acuti sono
certamente tra gli strumenti più chiari e affidabili che si possano avere
a disposizione.

Nella storia della Borsa italiana i massimi formatisi nella primavera del
2000 erano ben interpretabili mediante proprio un canale parabolico acuto,
e riteniamo interessante riproporre ora due grafici che usammo in quel
periodo nei nostri lavori previsionali al fine di percepire l’esaurimento
della bolla speculativa avviatasi dal 1999; lo facciamo riproponendo
questi elaborati grafici applicati al derivato Future FIB e integrandoli
con brevi commenti.

I grafici sotto rappresentati riportano nella parte bassa il grafico
dell’indicatore RSI che, come sarà ampiamente illustrato in successive
schede, è particolarmente utile per cogliere l’intonazione del mercato in
osservazione. Invitiamo il lettore ad astenersi per il momento dalla
lettura dei contenuti descrittivi di questo indicatore algoritmico,
rinviandolo agli articoli successivi in cui faremo esplicito riferimento a
questo particolare aspetto di applicazione delle evolventi paraboliche,
introduttivo all’interessantissimo mondo dell’analisi chartistica-algoritmica, che vede l’applicazione dell’analisi chartistica non
lineare ad indicatori algoritmici.

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Figura B/3/3 FIB marzo 2000: canale parabolico acuto formato da due
evolventi paraboliche.

Nella primavera del 2000, dopo una correzione ad inizio di gennaio, il FIB
cresceva con molto dinamismo e il movimento era perfettamente inscrivibile
all’interno di una canale formato da due evolventi paraboliche,
interpretabile per le sue caratteristiche come effettivo canale parabolico
di tipo acuto. Al raggiungimento della evolvente parabolica inferiore del
canale, riconoscendone la presenza, il FIB ha attivato una certa crescita
perfettamente inserita all’interno delle due evolventi paraboliche.

Quando il canale parabolico era ormai prossimo al suo esaurimento, il FIB
ha violato al ribasso l’evolvente parabolica inferiore, producendo al
contempo un ultimo impulso rialzista che gli ha consentito di raggiungere
nuovamente dal basso l’evolvente parabolica inferiore, movimento
interpretabile come pull back ribassista.

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Figura B/3/4 FIB marzo 2000: canale parabolico acuto formato da due
evolventi paraboliche.

Gli effetti di questo pull back sono ben visibili (e ben prevedibili) con
il ricorso alla tracciatura del canale parabolico acuto; tale segnale era
confermato anche dall’avvenuta violazione, da parte dell’RSI, della sua
evolvente parabolica (si veda la figura B/3/3 ) e quindi in un’ottica
strettamente di trading, quale appunto era quella sul derivato FIB, non si
doveva assolutamente esitare a chiudere ogni posizione rialzista e ad
assumerne contestualmente una ribassista.

Gli effetti sul mercato italiano succedutisi dopo questo episodio sono a
tutti noti, e in effetti in quella situazione il ricorso a questa tecnica
di interpretazione e rappresentazione ha dispiegato la sua massima
efficacia, permettendo di uscire esattamente sui massimi registrati dalla
Borsa italiana.

Una situazione assai simile si è venuta a creare sul mercato europeo (e
anche italiano) con la formazione di un canale parabolico acuto a fine
settembre – inizio ottobre 2005 che ha comportato una sensibile
flessione che non poggiava su alcuna argomentazione convincente di
carattere fondamentale.

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Figura B/3/5 Indice Eurostoxx 50 a 15 minuti da luglio 2005 a ottobre
2005: canale parabolico acuto formato da due evolventi paraboliche.

Come visibile in figura B/3/5, il segnale generato dai due canali
parabolici acuti è stato molto tempestivo e chiaro. Talvolta il solo
confidare su segnalazioni fornite dall’analisi chartistica non lineare
consente la massima efficienza nell’identificazione delle uscite.

Nella presentazione dei canali parabolici acuti abbiamo sempre fatto
riferimento a canali orientati positivamente e non negativamente; in linea
di massima si può ritenere che alcune considerazioni qui fatte siano
valide anche in presenza di canali parabolici con orientamento negativo, e
tuttavia le reazioni che si vengono a generare in queste situazioni alla
violazione dell’evolvente parabolica di resistenza sono meno nette
rispetto a quelle che si producono alla violazione dell’evolvente
parabolica di supporto su canali parabolici acuti orientati positivamente.

La ragione è soltanto il diverso comportamento degli operatori nelle due
situazioni. Nel primo caso, di fronte alla violazione al ribasso di
un’evolvente parabolica di supporto non devono esitare a chiudere la
posizione.

All’opposto, a seguito di un movimento flettente anche molto regolare,
come sarebbe quello descritto graficamente da un canale parabolico acuto
con inclinazione negativa, il superamento dell’evolvente parabolica di
resistenza non costituirebbe un’altrettanto chiara indicazione operativa
– in questo caso rialzista – e si dovrebbe pertanto attendere
la conferma di altri indicatori o metodi di analisi prima di decidere
l’assunzione di posizioni lunghe.