MACD, in attesa del pullback

Le medie mobili sono di gran lunga lo strumento tecnico più utilizzato
dalla comunità degli analisti, perlopiù grazie alla loro semplicità
costruttiva e interpretativa. L’utilizzo combinato di due medie mobili, a prescindere dalla loro costruzione (semplici, esponenziali o altro), può in effetti essere considerato come la base di un trading system che trova, ovviamente, tutti i limiti nei punti di debolezza tipici degli strumenti dai quali è costituito. È infatti noto che le medie mobili reagiscano in maniera differente in funzione del dominio temporale in base al quel sono costruite: una media breve sarà pertanto più reattiva di una più lunga e viceversa. In altre parole, una media breve reagirà ai trend di breve periodo mentre quella più lunga a quelli di durata maggiore. Grazie alla loro natura di indicatori trend-following è evidente che l’interazione tra due medie sarà in grado di segnalare se esiste coerenza o meno tra trend di breve durata e trend di medio.

È proprio il crossover – letteralmente incrocio – di due medie
mobili di differente ampiezza che informa l’osservatore su quale tipo di trend sia attivo sul mercato. Poiché la media breve è più reattiva di
quella lunga, sarà la prima a reagire al cambiamento di trend e,
nell’ambito della reazione, potrà incrociare verso l’alto o verso il basso la media più lunga.

Nel caso in cui si verifichi un incrocio rialzista, contraddistinto da un
attraversamento dal basso verso l’alto della media più lunga da parte di quella più veloce, è lecito supporre che il trend che si sta formando (o, meglio, che si è appena formato) sia rialzista. Se poi anche la media
mobile di dominio temporale più ampio si orienta al rialzo si verifica una sostanziale convergenza nella direzione delle due medie che aggiunge una buona probabilità che il trend sia solido e duraturo.

Ciascun analista è libero di scegliere la coppia di medie mobili che più
si adattano al proprio stile e alle proprie preferenze in termini di
operatività. Maggiore è il dominio temporale delle medie mobili minore sarà il numero di segnali generati, viceversa minore è il dominio e maggiore sarà la quantità di indicazioni di trading fornite dal sistema a prezzo di un maggior numero di falsi segnali.

La facilità di applicazione e la semplicità operativa delle medie mobili
ha fatto sì che attorno a esse venissero create intere generazioni di
indicatori in grado di sintetizzare l’interazione delle medie di cui sono
composti. Alcuni di questi si trasformano in sistemi di trading
praticamente completi, in grado di generare segnali operativi in
corrispondenza di particolari incroci o dell’attraversamento di
determinate soglie.

Si è visto come il dominio temporale delle medie mobili ne influenzi la
reattività e, proprio per questo motivo, la possibilità di mettere in
rapporto due medie con differente dominio ma costruite sulla stessa serie di dati può fornire utili indicazioni sulla direzione dei prezzi.

Fra i più celebri e utilizzati indicatori trend–following c’è
sicuramente il MACD, acronimo di Moving Average Convergence-Divergence, introdotto da Gerald Appel con l’obiettivo di sintetizzare l’interazione di due medie mobili esponenziali di dominio predeterminato: 12 e 26 giorni. In tale coppia di parametri sta sia la forza sia la debolezza del sistema. Il punto di forza è rappresentato dall’elevata diffusione di questo tipo di indicatore che ha di fatto stabilito uno standard e ha quindi contribuito ad alimentarne l’attendibilità (più operatori lo usano e più forte sarà la sua influenza sul mercato). Il lato debole è invece rappresentato dalla staticità dei parametri che limita la capacità dell’indicatore nel descrivere un fenomeno soltanto relativamente al ciclo di mercato espresso dai parametri stessi.

Il concetto attorno al quale ruota tale tipo di sistema è la velocità di
reazione delle medie: la media veloce registrerà prima di quella più lenta il cambiamento nelle direzioni del prezzo e l’incrocio dovrebbe sancire l’inizio di una potenziale corsa dei prezzi nella direzione indicata dalla media più veloce. Tale segnale sarà tanto più attendibile quanto più velocemente la media lenta si orienterà coerentemente con quella veloce. Poiché il MACD è costruito sulla base della differenza tra una media a 12 giorni e una media a 26, è evidente che quando tale valore è pari a zero si è verificato un incrocio, come evidenziato dalla figura seguente.

MACD

MACD

Secondo la teoria classica, sopra la linea dello zero è possibile qualificare il trend come rialzista e viceversa. Il livello in questione assume quindi grande importanza poiché consente di percepire immediatamente i momenti in cui si verificano gli incroci fra le due medie. Oltre alla linea dello zero e del Macd vero e proprio, l’indicatore dispone anche di un’altra linea, detta signal line, ottenuta dalla media a nove giorni del MACD. Tale linea ha una funzione anticipatrice del segnale di attraversamento della linea dello zero e in molti casi consente di entrare sul mercato con anticipo rispetto all’inizio di un trend, come illustrato di seguito.

MACD

MACD

Ma i segnali sono affidabili?

Pur essendo un trading system in sé, il MACD presenta tutti i difetti
tipici delle medie mobili (ritardo nell’identificazione dell’inizio dei
trend, falsi segnali eccetera). Una soluzione potrebbe essere
rappresentata dall’attendere il segnale del MACD per entrare in posizione solo dopo che i prezzi abbiano eventualmente fatto registrare un leggero pullback per poi ripartire verso l’alto. Tale pullback non deve avere la forza di invertire la relazione tra le medie, ma deve semplicemente far appoggiare i prezzi su di esse per poi farli ripartire. L’esempio che segue illustra come questo sistema consenta di entrare in posizione con minori rischi sfruttando la ripresa del trend piuttosto che il suo inizio.

MACD

MACD

La logica descritta funziona altrettanto nelle situazioni ribassiste
rispetto alle quali, dopo l’incrocio delle due medie, resta da attendere
una reazione rialzista prima delle definitiva ripresa del trend
discendente.

MACD

MACD