ESCLUSIVO: Come è nato Vivere di mercati

A distanza di qualche mese dal lancio del libro Vivere di mercati. Vi insegno un mestiere e del servizioReport&Webinar, entrambi curati da Paola Gentili, ho avuto occasione di incontrare a cena l’autrice e di fare un primo bilancio sull’andamento dell’intero Progetto Vivere di mercati. E il bilancio è ampiamente positivo sia in termini di accoglienza, sia di interesse destato.

La nostra conversazione è poi sfociata in una serie di riflessioni e curiosità. Ne ripropongo alcuni stralci ai lettori di Trading Professionale e lo faccio sotto forma di intervista perché – di fatto – è andata proprio così.

GMF: Paola, ricordi perché avevamo deciso di pubblicare questo libro? Ho ancora in mente il tuo racconto: mi avevi detto che, quando hai iniziato a occuparti di finanza, hai incontrato varie difficoltà e desideravi che i tuoi lettori non ne avessero grazie al tuo aiuto. Lo ricordi?

PG: Quando ho iniziato questo mestiere, il primo e unico programma disponibile per l’analisi tecnica era sviluppato per il sistema operativo Dos. Tutte le sere inserivo manualmente i dati prendendoli dal servizio borsa del Televideo Rai. Non era certo come ora: grazie a Internet abbiamo a disposizione programmi di analisi tecnica, di analisi quantitativa, di gestione del rischio e di money management.

Così ho deciso che l’obiettivo di questo libro fosse fornire una scorciatoia per arrivare alla meta. Gli anni di lavoro che ho dedicato a ogni possibile strategia mi hanno portato a individuare poche, semplici regole che devono essere supportate da una ferrea autodisciplina. Pensa che i contenuti di questo libro equivalgono a quasi un intero anno trascorso con me sui mercati! Per questo trovo che sia una specie di manuale d’uso al trading dedicato a indici, valute, titoli, future, commodity. L’idea più originale di questo libro, accolta con grande favore da Stella Boso e da Trading Library tutta, è stata quella di scrivere come se stessi parlando ai partecipanti dei seminari che tengo da anni.

GMF: Ma com’eri all’epoca del tuo esordio professionale? In quale situazione hai mosso i primi passi?

PG: Nei lontani anni ’80 ho vissuto giusto in tempo la nascita dei primi fondi d’investimento. In tempo per acquistarli. Ricordo che si trattava di fondi della Ras assicurazioni. In quella circostanza ho visto dimezzarsi il mio capitale iniziale e, solo dopo anni, sono riuscita a riaverlo quasi interamente. Sapevo che molti operatori si riconoscono in questa esperienza: compro, vedo il capitale diminuire, soffro e poi, complice la fortuna e il trend al rialzo dei mercati, l’investimento ritorna al capitale iniziale. A questo punto finalmente vendo ma, ahimè, proprio lo strumento che ho appena venduto prosegue inesorabilmente la sua salita! Insomma, per non ricorrere sempre alla sfortuna, ho pensato dovesse esistere qualcuno che fosse in grado di aiutarmi a far rendere il mio capitale qualcosa in più dei titoli di stato.

Così è iniziato il viaggio alla scoperta del misterioso e affascinante mondo del Borsino bancario, ambientato in una piccola stanzetta, con un terminale video Radiocor per le quotazioni real time. All’epoca la borsa era ancora “gridata” e l’esperto di turno dispensava consigli ai clienti della banca che intendessero investire i propri risparmi in borsa. Si veniva accolti in spazi angusti perché la banca, ieri come oggi, non ama il cliente “fai da te”. Pensavo di essere arrivata nel posto giusto e che finalmente avrei imparato qualche cosa. Ed effettivamente ho imparato non solo che si possono perdere capitali, ma che addirittura si può perdere l’intero capitale investito!

GMF: Possibile che tu non ti sia mai stancata di rischiare di perdere soldi?

Certo che mi sono stancata! E così ho iniziato a consultare giornali finanziari, dedicando particolare attenzione ai titoli consigliati per la settimana entrante e costruendo una statistica dei titoli che meglio avessero sovra o sotto performato l’indice di riferimento da inizio anno: erroneamente, ritenevo che quelli che meno avessero guadagnato da inizio anno fossero i titoli su cui puntare. Nulla di più falso! Il titolo forte, infatti, continuerà a salire e quello debole a perdere!

Sono sopravvissuta alla crisi obbligazionaria russa, alla bolla di Internet, all’11 settembre, alla crisi dei sub-prime. E tutte queste esperienze mi hanno fortificato.

GMF: Ma come ci si sente a passare “dall’altra parte della barricata”?

PG: Da investitore privato sono diventata prima gestore patrimoniale presso una banca privata e poi gestore di Fondi Lussemburghesi. Ma, vi assicuro, dal punto di vista professionale sono nata come uno dei miei lettori.

GMF: Grazie Paola. Spero di ospitarti ancora su Trading Professionale.