Il trading azionario: come iniziare


Vincere con l'Intermarket Analysis
Lo specialista del trading
autore:Guppy Daryl

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Il primo mese del 2010 ha fatto cambiare idea circa il modo in cui
proteggere il capitale, accrescerlo e trovare la maniera di farlo meglio
fruttare sui mercati. Dove e come iniziare sono domande comuni. Alcuni
considerano quanto gravosa sia, in termini di tempo, la loro attuale occupazione, e considerano che rispetto alla propria la vita di un trader azionario
paia assai facile. Ora noi affronteremo proprio il tema di che cosa si
debba fare per diventare dei trader azionari a tempo pieno.

Ma forse questa è la domanda sbagliata. Come in ogni professione che
richieda esperienza, i trader azionari a tempo pieno sono relativamente
rari e tendono a lavorare per le istituzioni. Ma anche i trader privati a
tempo pieno sono rari. Perché è si vero che stiamo parlando di un’attività
che richiede specifiche competenze, e tuttavia è anche possibile
esercitarla part time. E si può gestire una posizione alla volta oppure
più operazioni simultaneamente.

Per molte persone il trading è un’occupazione part time che garantisce un
reddito full time. E penso che questo sia un utile approccio. Quando
iniziai a fare trading avevo un impiego a tempo pieno, e dovevo essere
reperibile 24 ore al giorno, sette giorni su sette, con un orario di
ufficio dalle 7 del mattino alle 6 di sera.

Il tempo era un premio, ed io davvero avrei preferito un lavoro che mi
assorbisse meno tempo. Il passaggio dal guadagnar soldi al far guadagnare
i soldi è davvero cruciale. A meno che non accettiate che l’obiettivo è
esattamente quello di far sì che il vostro capitale lavori al posto
vostro, il vostro approccio sarà lo stesso del giocatore d’azzardo, in
cerca di soldi facili. Il trader sviluppa una diversa visione del mondo,
ed una precisa relazione tra capitale e rendita.

Il tipico esempio di questa differenza è tra chi vorrebbe ottenere dal
trading uno stipendio sostitutivo e chi invece si accontenterebbe di
integrarlo. È il secondo gruppo che riesce ad usare il capitale nella
maniera più efficace. Perché non cerca il “colpaccio”, quel che cerca il
giocatore. Pone la sua attenzione sull’entità del ritorno sul
capitale, non tanto sul valore del guadagno in termini monetari.

Quando iniziai, il trading rappresentò per me una consistente integrazione
del reddito generato dai miei risparmi. Gli interessi bancari mi
fruttavano circa 300 dollari l’anno, quando un’accurata gestione
dell’investimento sui mercati avrebbe potuto consentirmi di guadagnarne
40.000 o più. Il trading era palesemente il miglior modo che potessi avere
per mettere a frutto i miei capitali.

Immagine 10

Il grafico mostra il ritorno sul capitale nel 2009. Usando un ETF
sull’indice è stato possibile raggiungere un rendimento sul capitale del
30%, malgrado molti trader e gestori non ce l’abbiano fatta. L’obiettivo
di un trader dovrebbe essere quello di incrementare questa performance di
un 10-15%, per esempio AUN quest’anno ha reso il 48%. Il fatto che sia
possibile non significa che sia facile.

Tra essere trader part time ed esserlo full time c’è una bella differenza.
40.000 euro all’anno in più di guadagno sono un ben gradito
bonus, e per di più ricavabili tra mille occupazioni. E avrei anche potuto
decidere di non aprire un trade perché in quel preciso momento avevo altro
da fare, senza che questo incidesse più di tanto sul mio stile di vita. E
se per caso le cose fossero andate troppo a rilento, se la posizione
avesse tardato troppo a fruttare, nondimeno avrei potuto tranquillamente
fare la spesa. Da trader part time il trade non rappresentava la mia unica
fonte di sostentamento.

Il trading full time è una cosa completamente diversa. Di stipendi
garantiti non ve ne sono. Anzi, spesso è proprio questa esigenza a
generare forte stress nei trader. Non è certo gradevole dover attingere ai
propri risparmi per pagare le bollette. Sono convinti di dover almeno
ricavare ogni settimana almeno quanto guadagnavano un tempo. E questo
aumenta la tendenza all’azzardo.

Inutile dire che questa pressione diventa ancora maggiore se non avete un
bastevole gruzzolo da parte al quale attingere in caso di necessità.

Nel mio caso, quando il mio contratto triennale finì guadagnavo già
abbastanza con il trading part time da non dover più cercare un lavoro
tradizionale. E fu solo dopo che mi ero dimostrato di poter vivere di
trading che decisi di dedicarmi ad esso a tempo pieno.

Si diventa trader full time gradualmente, dopo aver dimostrato di saper
trarre dalla speculazione sui mercati più di quanto si riceve di
stipendio. In tal modo avrete già messo da parte abbastanza risparmi da
far sì che il trading a tempo pieno, malgrado i suoi discontinui introiti,
sia una concreta possibilità di successo.

Ma non occorre essere trader full time per trarre benefici dai mercati.
Molte persone riescono a trarre dal trading part time consistenti
integrazioni al loro reddito, e questo consente, per esempio, di non dover
fare straordinari, o di prolungare le vacanze. Direi che questo approccio
è il più adatto per la maggioranza delle persone, ed è anche un passo
imprescindibile per chi aspira a diventare trader full time. Il successo
nel trading è cosa possibile, ma non per tutti. Consideratela
un’occupazione part time dapprima, e solo dopo, se avete successo, passate
al livello successivo.