Anni perdenti


Vincere con l'Intermarket Analysis
Lo specialista del trading
autore:Guppy Daryl

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Mi è stato recentemente chiesto se ho mai anni perdenti. Per rispondere
dobbiamo anzitutto cercare di capire in che modo qualificare un anno come
perdente. Per alcuni questo significa un anno in cui il mercato di Shangai
è crollato da 1800 a 1400 punti. Il presupposto in tal caso è che essendo
sceso il mercato anche i nostri risultati di trading lo abbiano fatto.

Ciò è vero per i fondi di investimento che ambiscono a replicare la
performance dell’indice. Un anno di discesa del mercato si traduce
automaticamente in un anno in perdita. È vero anche per quegli investitori
che si tengono in mano le azioni incuranti del loro andamento del momento,
nella convinzione che le società emittenti siano ottime e che nel corso
del tempo non possano che incrementare il loro valore. Anche per costoro
il valore dell’investimento di fine anno sarà minore di quanto non fosse a
inizio anno. Il trader indipendente può cercare le occasioni in differenti
aree del mercato e ciò costituisce un importante vantaggio.

È difficile, ma non impossibile, operare con profitto in un mercato debole
o in caduta. Vi sono molti che in simili condizioni si astengono
dall’operare, preferendo rimanere liquidi. In un simile caso l’annata non
sarebbe da considerarsi perdente dal momento che il capitale di trading è
rimasto intatto. Altri trader in un mercato calante potrebbero decidere di
partecipare attivamente, alla ricerca di rally di breve termine e nella
speranza di eventuali rimbalzi. Alcuni inizieranno a comprare allorché
avranno la sensazione che il mercato abbia raggiunto il fondo. Il loro
obiettivo è quello di acquistare a prezzi bassi titoli destinati a salire.

Per la maggior parte dei trader un anno perdente significa avere a fine
anno un capitale inferiore a quello che avevano a inizio anno. È questa
una maniera più corretta di misurare la performance, che tiene conto sia
del capitale di trading liquido sia del valore di mercato delle posizioni
detenute. Ottenere un annata vincente non significa azzeccare ogni trade:
dobbiamo mettere in conto che un buon 25-35% delle nostre operazioni
risulterà perdente. Il vero punto dirimente è quanta parte del capitale
perderemo in queste operazioni. Il trader improvvisato crede che ogni
perdita vada compensata da una grossa vincita. Ma questo è un approccio al
mercato che sa molto di gioco d’azzardo e che non tiene minimamente conto
della componente matematica sottesa alle vincite e alle perdite, come se
per guadagnare fosse sufficiente indovinare una o due operazioni vincenti.
La realtà è che nel trading reale la maggior parte delle vincite sono
piccole. Le vincite consistenti sono un’eccezione ed è pertanto
assolutamente sbagliato impostare una strategia sulle grosse vincite.

Lo scorso anno per la borsa di Shangai è stato buono, ma quanti fra voi
che state leggendo sono riusciti a volgerlo in negativo seguitando a
detenere posizioni perdenti? È così che succede.

Se siete in perdita di un 8% sul vostro capitale di trading, per ritornare
in pareggio il prossimo trade dovrà consentirvi un guadagno dell’8,7%.
Ottenere un guadagno dello 0,7 con la prossima operazione sembra facile. È
per questo che così tante persone sembrano sottovalutare le conseguenze di
una perdita. Ma se lasciamo che la perdita cresca fino a rappresentare il
40% del capitale di trading allora soltanto per andare in pareggio dovremo
realizzare un guadagno del 66,6 per cento. Per guadagnare, ovviamente, di
più. Più sarà grande la perdita e più tornare in pareggio, o iniziare a
guadagnare, sarà difficile.

È la matematica finanziaria a consentire consistenti guadagni annui. Se si
fissa una perdita massima consentita per trade al di sotto del 2% del
capitale, il trader avrà la possibilità di tagliare prontamente le
perdite, fintantoché sono piccole. La perdita sulla singola operazione
potrà anche essere del 10-15%, ma in relazione al capitale totale non
dovrà mai superare il 2%.

Adottare questo rigido stop loss e questo ferreo controllo del rischio è
il segreto per prevedere anni perdenti. Si va incontro ad un anno perdente
quando ci si lascia sfuggire di mano un trade perdente e non si impedisce
che questo ci consumi il capitale. È sufficiente accusare una perdita del
10, 20 o 30% sul nostro portafoglio complessivo. Una simile perdita è di
proporzioni catastrofiche e riprendersi è molto difficile. Si va incontro
ad annate perdenti quando si smarrisce la disciplina necessaria per fare
trading con successo.

Le annate vincenti non nascono da una serie di trade spettacolari, bensì
da una stabile accumulazione di capitale e dall’incondizionata vendita
delle posizioni perdenti. Un anno vincente è quello in cui un trader si
ritrova a fine anno con più denaro di quanto ne aveva all’inizio. È
qualcosa di molto facile da misurare e che si può raggiungere comprendendo
appieno che il successo sui mercati non ha proprio nulla a che spartire
con il prevedere correttamente il futuro andamento di un determinato
titolo. Le annate vincenti derivano da un attento controllo del rischio e
da uscite che rispettano gli stop loss, il solo modo per impedire che le
perdite crescano fino a erodere il vostro capitale di trading.

I trade perdenti sono da considerarsi parte dell’attività speculativa. Di
anni perdenti io non ne ho. Direi che gli anni perdenti sono da
considerarsi un monito a sviluppare una migliore disciplina operativa.