La predisposizione dei mercati

Quante volte il nostro trading system non ottimizza i guadagni con
l’utilizzo di una media mobile? In altre parole, quanti falsi segnali
vengono generati prima di mettere in tasca una plusvalenza?

Non pensiate che la media mobile sia lo strumento sbagliato per cavalcare le tendenze di mercato, o che il nostro trading system sia da buttare.

Passatemi l’esempio medico. Le medicine non sono un male in se stesse ma solo se utilizzate per sconfiggere una malattia della quale non sono stati riscontrati sintomi.

Questo accade anche in finanza. Se prima non studiamo la predisposizione del mercato ad ammalarsi di una certa malattia (tendenza o trading range) è inutile curarlo con strumenti inadeguati (RSI o medie mobili).

A ciascun mercato il proprio indicatore!

Anziché testare una miriade di oscillatori, divergenze, ecc. per poi
cadere sotto la scure della legge di Murphy, cerchiamo di agire in modo
più razionale ed economico.

Non continuiamo a lanciare la moneta per scegliere le attività finanziarie che massimizzino il rapporto rendimento/rischio.

In poche parole, studiamo prima la predisposizione dei mercati e solo dopo testiamo gli strumenti più idonei.

Forse non avremo la certezza matematica di diventare ricchi ma sicuramente diventeremo più consapevoli di ciò che può accadere ai nostri soldi. Evento catastrofico e imprevisto a parte. Ma questo rischio lo può controllare soltanto Dio!

Negli articoli precedenti abbiamo osservato come i vari mercati possano essere soggetti a tendenze persistenti, antipersistenti e in un caso specifico a un random walk.

Più precisamente un’attività finanziaria presenta una tendenza persistente quando il coefficiente di Hurst è compreso tra 0,5 e 1; antipersistente quando tale coefficiente è compreso tra 0 e 0,5.

Mentre la random walk theory è spiegata da un coefficiente intorno a 0,5.

Gli studiosi di finanza frattale non escludono la teoria dei mercati
efficienti ma la vedono come un caso particolare di un modello più
generale.

Tenteremo adesso di spiegare l’utilità pratica di tale “strumento”. O
meglio, come H ci indichi la predisposizione di un mercato.

Spesso il problema dell’investitore non è tanto quello di prevedere il
futuro o di capire l’esatto timing del mercato; ma viceversa di sapere
quali strumenti d’analisi utilizzare per avere maggiori probabilità di
sovraperformare il mercato.

In tale contesto l’analisi del coefficiente di Hurst può aiutarci.

Se H è maggiore di 0,5 allora una gestione che utilizza una strategia
attiva, come l’analisi tecnica o l’analisi statistica, può essere
giustificata.

Ad esempio prima di testare una media mobile potremmo calcolarci H. Se questo fosse vicino ad 1 allora possiamo aspettarci una discreta riuscita dall’utilizzazione della nostra media rispetto ad una strategia di tipo passivo. Ovviamente lo stesso discorso vale per molti altri indicatori.

Se il nostro coefficiente si avvicina a 0,5 allora sarebbe più utile una
strategia di tipo passivo del tipo “Buy and Hold”. Il mercato segue un
random walk.

Il problema sorge quando H è compreso tra 0 e 0,5. In questo caso parliamo di “antipersistenza”.

Il mercato oscilla tra due opposti. O meglio, se un giorno è in salita
molto probabilmente il giorno dopo sarà in discesa. Paradossalmente, l’antipersistenza per un analista tecnico o “attivo” è da preferire rispetto a un random walk.

Ovviamente indicatori direzionali come le medie mobile ci darebbero troppi falsi segnali a causa del continuo fluttuare dei prezzi intorno alla media.

Mentre l’utilizzo di algoritmi che segnalano un ipercomprato/ipervenduto (RSI, Stocastico) non sono da sottovalutare. Anche se il dominio deve essere tarato in modo “corretto” e non in modo convenzionale. Torneremo
nei prossimi articoli sull’argomento dell’antipersistenza.

Il mercato è predisposto a “scaricare” subito gli eccessi. Mentre come possiamo intuire l’utilizzo di un RSI con un H prossimo a 1 sarebbe disastroso perché la persistenza della tendenza non può essere sfruttata dagli oscillatori.

Nel libro di Benoit Mandelbrot si legge: «Alcuni studi di Peters rilevano importanti livelli di H per alcune attività finanziarie. Ad esempio Apple sembra avere un H prossimo a 0,75, la Xerox un H=0,73.

Mentre alcuni economisti “svelano” un random walk su diversi cross
monetari. In particolare il rapporto dollaro-dollaro canadese assume
valori molto vicini a 0,5».

Come abbiamo intuito la finanza frattale ci dà una spiegazione generale e necessaria per comprendere quale tipo di strategia abbia maggiori probabilità di riuscita. L’importante è utilizzarla per capire la predisposizione di un mercato.

Ma soprattutto all’interno dell’analisi tecnica ci può indirizzare verso gli algoritmi “giusti”. Non ci rimane che effettuare i test e verificare quanto fin qui descritto.

Buon trading.