1. La costruzione delle candlestick

Dal grafico lineare al grafico a candele giapponesi.

Cominciamo con questo articolo una serie di scritti sulle candlestick.
Precisiamo innanzitutto che non utilizzeremo la nomenclatura giapponese,
molto esotica ma completamente inutile al nostro scopo, che è poi quello di meglio comprendere il funzionamento delle cosiddette “candele giapponesi”; utilizzeremo al contrario la nomenclatura inglese, per
poter fare riferimento sia alla bibliografia inglese sia a quella
italiana, entrambe molto efficaci.

Gli scritti sull’argomento saranno suddivisi in quattro parti principali:

    • la prima parte, che inizia con questo articolo, tratterà delle generalità

delle candlestick: come sono costruite, come si presenta un grafico

candlestick confrontato con un grafico a barre, il significato operativo

dei componenti del candlestick;

 

  • la seconda parte tratterà i pattern candlestick di inversione,

 

raggruppando i pattern simili, ma con nomi diversi, nelle versioni al

rialzo e al ribasso;

 

  • la terza parte tratterà i pattern candlestick di continuazione, sempre

 

raggruppando i pattern simili, ma con nomi diversi, nelle versioni al

rialzo e al ribasso;

 

  • la quarta parte tratterà i pattern candlestick congiuntamente agli

 

indicatori occidentali di analisi tecnica, cercando di evidenziare gli

elementi migliori delle due tecniche, quella orientale e quella occidentale.

Questo primo articolo si pone l’obiettivo di illustrare la costruzione
delle candlestick, cominciando con l’illustrazione dei grafici lineari,
per poi proseguire con i grafici a barre e quindi con i grafici candlestick. Sarà illustrato come
sia facile passare dalla rappresentazione candlestick a quella a
barre, e viceversa. Saranno fornite le definizioni e i commenti sul real
body
, shadow, pieno e vuoto, bianco e nero. Gli esempi sono tracciati
utilizzando il programma C-scan.

Ora osserviamo il titolo CAPITALIA, con compressione temporale
giornaliera, e con tre diversi tipi di rappresentazione grafica: lineare,
a barre, candlestick, cercando di rilevarne le principali differenze.

grafico lineare

grafico lineare

CAPITALIA, compressione temporale giornaliera, grafico lineare. Le
caratteristiche principali di questo tipo di grafico, quando è confrontato
con gli altri, sono essenzialmente due:

    • la prima è una migliore visibilità del trend, evidenziato dalla linea

continua che unisce i diversi valori del prezzo di chiusura;

 

  • la seconda è la non disponibilità della volatilità nell’ambito del periodo

 

di negoziazione, in questo caso un giorno, a seguito della mancata

rappresentazione dei valori dei prezzi di apertura, prezzo minimo e prezzo

massimo.

grafico candlestick

grafico candlestick

CAPITALIA, compressione temporale giornaliera, grafico a barre.
Proseguendo il confronto con gli altri tipi di grafico, si nota che in
questo tipo di rappresentazione tutti le componenti del prezzo – apertura, minimo,
massimo, chiusura – sono riportate. La rappresentazione del trend
appare leggermente sfumata, mentre viene esaltata la rappresentazione della
volatilità giornaliera.

grafico candlestick

grafico candlestick

CAPITALIA, compressione temporale giornaliera, grafico candlestick. Balza
agli occhi la prima e sostanziale differenza con il grafico a barre: la
diversa evidenziazione della singola barra, esaltata con colore diverso,
o marcatura diversa, a seconda che la barra sia al rialzo oppure al
ribasso. Nel trend si notano subito visivamente quali e quante siano le
barre che hanno caratteristiche a favore del trend, e quali invece abbiano
caratteristiche contrarie al trend.

Vediamo ora la costruzione della singola candela.

costruzione grafico candlestick

costruzione grafico candlestick

Lo schema ci permette di illustrare la costruzione della singola
candlestick; il range di prezzi compreso fra i prezzi di apertura e di
chiusura costituisce un rettangolo, che assume il nome di real body; il
fatto che lo spessore della candlestick sia aumentato in corrispondenza di
questa fascia di prezzi evidenzia l’importanza che gli viene assegnata.

La fascia di prezzo compresa fra il prezzo minimo e il prezzo di apertura
o di chiusura, così come quella compresa tra il prezzo massimo e il prezzo
di apertura o di chiusura, prende il nome di shadow (ombra). Il fatto che la shadow sia di
spessore minore rispetto al real body lascia presumere, almeno da un punto
di vista grafico, una minore importanza di questa rispetto a quello,
mentre vedremo più avanti che non è così, come ha confermato anche Daniel
Gramza nella sua recente serie di conferenze tenute in Italia.

Da ultimo, l’elemento più visivamente allettante, il colore del real body.
Qualora il prezzo di apertura fosse inferiore al prezzo di chiusura, il
real body sarebbe “bianco” o “vuoto”, a seconda del tipo di stile adottato
nella rappresentazione grafica. Qualora il prezzo di apertura fosse
superiore al prezzo di chiusura, il real body sarebbe “nero” o “pieno”, a
seconda del tipo di stile adottato nella rappresentazione grafica.

Il colore del real body, oltre a visualizzare chiaramente la tendenza
della singola candlestick, al rialzo o al ribasso, permette di evidenziare
il peso delle candlestick che hanno un comportamento simile a quello del
trend, oppure contrario ad esso.

Vediamo ora come si può passare da una candlestick a una barra a un punto
del grafico lineare.

costruzione grafico candlestick

costruzione grafico candlestick

costruzione grafico candlestick

costruzione grafico candlestick

I due schemi precedenti ci mostrano, sia per condizioni di rialzo che di ribasso, la sequenza dei passaggi dalla candlestick al punto per il
grafico lineare, tramite la barra, con una evidente riduzione dello
spettro informativo, almeno dal punto di vista grafico.

La sequenza candlestick, barra, linea, è dovuta al fatto che i grafici
candlestick sono apparsi sui mercati almeno qualche secolo prima dei
grafici a barre.

Riepilogando, questo articolo ha illustrato la costruzione delle
candlestick, cominciando con l’evidenziazione dei grafici lineari, dei
grafici a barre e quindi dei grafici candlestick; inoltre è stato
esposto come si possa facilmente passare dalla rappresentazione
candlestick a quella a barre, e viceversa.