Investimento e trading (parte II)

L’investimento e la teoria del ciclo vitale

In questo articolo, il secondo di una serie di 6, affrontiamo alcuni
aspetti cruciali legati al ciclo vitale di ciascuno, elemento che
influenza pesantemente l’approccio ai mercati finanziari.

Il concetto di investimento, a prima vista, sembra abbastanza intuitivo: si tratta dell’impiego di risorse finanziarie per un dato periodo di tempo in un’ottica di rivalutazione delle risorse medesime. In realtà le dinamiche e i risvolti dell’investimento sono molteplici, così come molteplici sono le formule che è possibile adottare per perseguire una politica volta a valorizzare quanto investito.

Premesso che la normale dinamica vitale di una singola persona o di un nucleo familiare prevede che a fronte delle entrate di denaro (stipendi, rendite o pensioni) corrispondano flussi di denaro in uscita rappresentati dalle spese necessarie per far fronte alle esigenze di gestione, è presumibile che una quota dei redditi non spesi vada a costituire riserve di capitali, ovvero risparmi.

Se si considera che i risparmi sono il risultato del “non-consumo”, è
presumibile che per crearli i singoli o le famiglie abbiamo compiuto
sacrifici o, quantomeno, pianificato in maniera consapevole i propri
consumi per poter accumulare qualcosa per il futuro, proprio o dei propri
eredi. E per questo motivo è necessario che la quota di reddito sottratta
ai consumi venga impiegata nel migliore dei modi, in maniera coerente con
lo spirito che ha condotto alla costituzione del risparmio.

Va da sé che ciascuno ha attitudini, propensioni, gusti e preferenze
assolutamente unici e che, pertanto, pur potendo creare macro-categorie in
grado di semplificare le varie tipologie di approccio al risparmio e
all’investimento, ciascun individuo adotterà in maniera più o meno
consapevole politiche che sono l’espressione di una moltitudine di
fattori.

È evidente che l’età, lo status sociale, il reddito, il patrimonio, le
aspirazioni e le opportunità rappresentano un insieme di variabili la cui
integrazione dà luogo a un numero potenzialmente infinito di combinazioni.

Un single di trent’anni avrà obiettivi diametralmente opposti a quelli di
un pensionato di 70: le priorità del primo saranno infatti volte a
costruire la propria carriera, per poi costruire una famiglia mentre
quelle del secondo saranno legati al mantenimento della necessaria
serenità, al riparo da rischi e da attività stressanti.

In altre parole, le esigenze vitali di ciascuno dei due, fatte salve le
necessità di base, sono assolutamente diverse.

Età e capacità reddituale

Una prima differenziazione, quindi, potrebbe essere rappresentata
dall’età, elemento dal quale dipendono direttamente le priorità. Un
secondo elemento di grande importanza è rappresentato dalla capacità
reddituale
dell’individuo. Chi è in grado di produrre un reddito che
basta appena alla sussistenza difficilmente potrà produrre risparmio e,
conseguentemente, operare scelte d’investimento. Analogamente, chi dispone
di elevati redditi in contesti in cui la propria dinamica finanziaria
consenta di accumulare progressivamente capitali, potrà agevolmente
costruire un piano di investimento.

Un terzo elemento è costituito dalla rilevanza degli aspetti
patrimoniali
ovvero dalle cose di cui si è proprietari e
dall’eventuale grado di indebitamento.

La Teoria di Modigliani

Una completa teoria, che prende il nome di teoria del ciclo vitale,
è stata sviluppata dall’economista e premio Nobel Franco
Modigliani
. In tale teoria vengono definite le variabili
economico-finanziarie e il loro impatto sulle scelte d’investimento in
funzione dell’età e di altre variabili oggettive. La tabella che segue
sintetizza le dinamiche che correlano reddito, consumo e risparmio per
ogni fascia d’età.

29-35 anni – Termine delle attività formative e inizio
dell’attività lavorativa. Priorità definite dalla necessità di trovare un
impiego e dalla costituzione di un nucleo familiare. La dinamica
reddituale è generalmente caratterizzata da redditi medio-bassi e da
prospettive incerte. Il grado di consumo è generalmente basso e
altrettanto bassa (se non negativa) è la produzione di risparmio. Possono
esistere situazioni di indebitamento a medio-lungo termine sia per
l’acquisto della prima casa sia per l’acquisto di altri beni (auto,
mobili).

35-45 anni – Consolidamento dell’attività professionale spesso
caratterizzata da avanzamenti di carriera o cambiamenti in grado di
apportare significativi miglioramenti nella dinamica reddituale. I consumi
crescono anche in funzione del prevedibile sviluppo del nucleo familiare.
Il risparmio aumenta ma aumenta anche l’indebitamento a lungo termine per
l’acquisto della casa, ora necessariamente più grande per le accresciute
esigenze.

45-65 – Culmine della carriera con redditi consistenti, possibilità
di accedere alla liquidazione e corrispondente riduzione del nucleo
familiare (matrimonio dei figli). Indebitamento basso o assente,
consolidamento delle proprietà immobiliari (eventuale acquisto seconda
casa). Ulteriore crescita dei consumi e del risparmio.

Oltre 65 – Pensionamento e relativa diminuzione del reddito.
Dinamica dei consumi stabile, minor propensione al risparmio ed eventuale
diminuzione del patrimonio dovuto a donazioni.

Gli obiettivi delle scelte di investimento sono quindi profondamente
influenzate dalla fase vitale in cui ci si trova oltre che da vincoli
oggettivi e l’attenzione si sposta ora sulle tre dimensioni che
definiscono l’investimento: il tempo e il rischio e il rendimento atteso.

Il tempo è la dimensione di tipo strategico e definisce l’obiettivo
dell’investimento. Com’è prevedibile, va gestita in funzione dell’età
dell’investitore. L’obiettivo varia anche in funzione delle esigenze
dell’investitore e delle sue capacità di reddito. Il rischio
– elemento sempre e comunque presente in qualsiasi forma di
investimento – rappresenta l’altra faccia dell’investimento ed è
l’elemento critico dell’investimento anche perché è molto difficile
definirlo prima ancora di quantificarlo. L’ultimo elemento determinante è
rappresentato dal rendimento atteso. Quest’ultimo generalmente è
tanto più alto quanto più è rischioso l’investimento ma non esiste una
relazione fissa, proprio per il peso della variabile tempo.

È altresì chiaro che è possibile effettuare più scelte d’investimento
caratterizzate ciascuna da un differente equilibrio tra le varie
componenti. L’acquisto di una casa – investimento a lungo termine
– è probabilmente meno rischioso della sottoscrizione di un fondo
azionario ma non è detto che sia altrettanto redditizio né altrettanto
facilmente liquidabile. Di converso l’investimento in strumenti
finanziari, prontamente liquidabili, espone il capitale a oscillazioni
notevoli e richiede che l’investitore segua i mercati assiduamente.