Analisi candlestick, introduzione

La candlestick analysis trova origine nel Giappone feudale, tra il
diciassettesimo e il diciottesimo secolo. Essa rappresenta la più longeva
tecnica di analisi dei mercati e, pur mantenendo una elevatissima
attendibilità per la previsione dei movimenti dei mercati dei giorni
nostri, presenta ancora in tutti i suoi aspetti, dei riferimenti alla
filosofia di vita, alle credenze e alle “mode” di quel periodo.

L’analisi tecnica basata sullo studio delle candele giapponesi presenta
degli immediati vantaggi anche per i meno esperti, poiché è incentrata
sulla visualizzazione dello sbilanciamento di forze tra i compratori e i
venditori in ogni singola seduta di mercato.

Il grafico a candele non richiede per la sua costruzione alcuna
informazione aggiuntiva rispetto a quello a barre, essendo necessari
unicamente i quattro prezzi riassuntivi delle contrattazioni (open, high,
low, close). Offre tuttavia una ulteriore dimensione di studio, fornita
dalla relazione tra il primo e l’ultimo prezzo scambiati.

Ogni singola candela è infatti costituita da:

  • Main o real body (jittay in giapponese) che unisce il prezzo di
    apertura con quello di chiusura e che è rappresentato dalla parte più
    larga della candela.
  • Shadows (kage) che collegano con una linea sottile il massimo e il
    minimo di seduta al body, rispettivamente definite upper shadow (uwakage)
    e lower shadow (shitakage).

Ogni candlestick può assumere un diverso colore (rosso o nero nella
versione tradizionale) a seconda che la chiusura del mercato sia maggiore
o minore della relativa apertura. Nei moderni programmi di analisi tecnica
si usa spesso la convenzione di “riempire” il body della candlestick
ribassista (nera) e di lasciare vuoto (tracciandone solo il contorno) il
body della candela rialzista, come evidenziato nello schema seguente.

schema_01

schema_01

Secondo i principi basilari della candlestick analysis si possono
catalogare nove diversi tipi di candele, ognuna delle quali espressiva di
un diverso sviluppo dei movimenti del mercato all’interno della giornata
di contrattazioni, come illustrato di seguito.

schema_02

schema_02

1. Long white body. Fortemente rialzista. In questo caso è chiaro
come lo sviluppo del mercato sia stato unidirezionale (al rialzo) e dopo
l’apertura i prezzi non abbiano percorso che una direzione. Questa prima
candela, nella sua estrema espressione di forza, si presenta completamente
priva di shadows, evidenziando che dall’apertura alla chiusura i prezzi
non hanno subito il benché minimo arretramento: in questo caso si parla di
“marubozu”. Le candele di questo tipo sono espressione di massimo
squilibrio di forze tra acquirenti e venditori, a favore dei primi e
implicano la presenza di un potenziale rialzista anche per il futuro.

2. Long black body. Fortemente ribassista. Speculare alla
precedente, questa candela evidenzia una decisa preponderanza dei
venditori rispetto ai compratori. Se ne deduce una elevata probabilità di
prossimi ulteriori ribassi.

3 e 4. Small body/spinning top. Sostanziale stabilità. A fronte di
una colorazione differente, che ovviamente esprime una direzionalità
opposta del mercato (la candela n. 3 indica rialzo e la n. 4 ribasso),
queste candele presentano in ogni caso un real body di dimensioni troppo
contenute per poter esprimere un giudizio di forte squilibrio tra
rialzisti e ribassisti. In termini previsionali queste figure evidenziano
possibilità di rialzi (3) e ribassi (4) di modesta entità.

5 e 6. Upper shadow lines. Ribassiste. Queste linee sono speculari
alle candlestick 5 e 6 e presentano ovviamente implicazioni opposte:
tentativi rialzisti non hanno trovato il consenso necessario da parte del
mercato per mantenersi fino alla fine della seduta. La pressione sulle
vendite, originatasi a ridosso dei massimi, ha spinto i corsi a
ritracciare quanto meno una frazione consistente del precedente cammino
rialzista. Nei pressi dei massimi identificheremo pertanto un’area di
resistenza e per le prossime sedute saranno probabili ulteriori ribassi o
almeno una decisa difficoltà del mercato a intraprendere nuovamente un
cammino rialzista.

7 e 8. Lower shadow lines. Non solo i real body sono importanti. Di
estrema importanza è anche la valutazione della dimensione e della
posizione delle shadows. In questo caso è evidente la presenza di una
lower shadow di pronunciate dimensioni rispetto al body (rapporto almeno 1
a 1) e una upper shadow praticamente inesistente. Questo fatto implica il
fatto che il tentativo ribassista non abbia trovato sufficiente sostegno e
che i prezzi abbiano reagito vigorosamente dopo il raggiungimento del
minimo di seduta. Evidentemente i minimi delle lower shadows line hanno
raggiunto una zona di supporto per il mercato in questione, sollecitando
pertanto una reazione degli acquirenti. Ci si attenderà, per il futuro, il
proseguimento dei tentativi rialzisti oppure – quanto meno – il momentaneo
termine dei ribassi. In queste configurazioni il colore del real body
assume un’importanza secondaria.

9. Doji. Completo equilibrio. Se è vero che un ampio real body
rappresenta un elevato grado di squilibrio di forze tra acquirenti e
venditori, la sua assenza (open = close) è espressione di massimo
equilibrio e incertezza da parte del mercato. Secondo la letteratura
giapponese il doji identifica che il “mercato è a un bivio”. L’apparire di
un doji segnala un equilibrio che solo la violazione di uno dei suoi
estremi potrà rompere. Estremamente significativa è la presenza di doji
dopo periodi caratterizzati da una pronunciata direzionalità del mercato.