Elliott e la Teoria delle Onde – Introduzione

Nonostante fosse stato proprio Dow a suggerire un’analogia fra i trend e le onde del mare, fu Ralph Nelson Elliott ad estenderne il concetto fino a realizzare una vera e propria teoria che porta appunto il nome di Teoria delle onde.

Dow, per spiegare il proprio punto di vista nella descrizione della
dinamica dei trend, paragonò un mercato al rialzo alla fase crescente
della marea durante la quale le acque, pur retrocedendo fra un’ondata e quella successiva, guadagnano comunque terreno. Tale suggestiva analogia, valida anche nel caso di trend ribassisti, paragonati evidentemente alle fasi calanti della marea, è stata inserita da Elliott in un corpo di studi molto più ampio dal titolo Nature’s Law: The Secret of the Universe, espressione della profonda convinzione dell’autore
dell’esistenza di una legge superiore che governasse tutte le attività
umane e, conseguentemente, anche i cicli economici.

Pur partendo da una base simile a quella di Dow, Elliott si sforzò di dare ai suoi studi anche un valore previsionale rispetto alle evoluzioni dei mercati. È questa infatti uno dei punti che differenziano la visione di Dow da quella di Elliott. L’analisi tecnica pur essendo per sua natura trend-following, ha

beneficiato dell’approccio di Elliott il cui lavoro fornisce all’analista
dei segnali relativi a momenti di minimo o massimo del mercato consentendo così di operare in anticipo rispetto ad un approccio “alla Dow” che, notoriamente, consente di entrare in una posizione solo dopo che il trend si è formato.

Nonostante la teoria di Elliott parta da assunti vicini a quelli del
lavoro di Dow, risulta molto complessa, proprio il desiderio del suo
autore di pervenire ad un modello unico, omnicomprensivo, applicabile a tutti gli aspetti della realtà.

Aspetti fondamentali della Teoria delle onde

Elliott identifica tre elementi particolarmente importanti ai fini della
teoria. Si tratta del pattern, cioè della figura, il ratio, cioè la
percentuale e il tempo.

I pattern rappresentano l’elemento più importante delle teoria, sul quale sono costruiti tutti i successivi. Elliott parte da una figura principale che indica un ciclo completo costituito da cinque onde rialziste e tre ribassiste.

Il punto fondamentale della teoria di Elliott è però riferito al concetto di ciclo, inteso come disegno all’interno del quale sono identificati ulteriori cicli, di volta in volta sempre più piccoli. Così, dal grande superciclo, che può durare fino a 200 anni, Elliott identifica altri otto cicli, sempre più brevi, fino ad arrivare al subminuette, della durata di poche ore. Poiché ogni ciclo ne contiene un altro, assume un’importanza fondamentale la misurazione del grado di inclinazione dell’onda che si sta studiando, così da comprendere in quale ciclo ci si trovi e, soprattutto, su quale delle sue onde. In linea di massima è possibile definire una regola che prevede che ogni onda faccia parte dell’onda del ciclo superiore ma con una maggiore inclinazione.

La figura principale delle Teoria delle Onde di Elliott prevede un ciclo
composto da cinque onde rialziste seguite da tre ribassiste. Il ciclo
completo è formato da otto onde: la prima, la terza e la quinta onda sono denominate onde di impulso o impulse waves ed esprimono il rialzo mentre la seconda e la quarta onda, che si muovono in controtendenza, esprimono il movimento di correzione rispetto alle onde 1 e 3. Elliott le chiama infatti proprio corrective waves. Una volta che il rialzo è terminato, raggiungendo il culmine in corrispondenza dell’onda numero 5, inizia la fase ribassista costituita da tre onde che Elliott non numera ma indica con la sequenza a, b, c, rispettivamente ribassista, di correzione e nuovamente ribassista. Di seguito lo schema teorico della sequenza delle Onde.

schema elliott

schema elliott

Il grado di inclinazione delle onde di ogni ciclo è inversamente
proporzionale alla sua durata. Così, le onde del Supercycle saranno “lente e poco inclinate” mentre, al contrario, quelle dei cicli più brevi avranno una durata inferiore e un’inclinazione superiore.

La figura che segue indica l’applicazione del modello di Elliott al
movimento dei prezzi di un titolo, ottenuto tramite la funzione Zig Zag di Metastock.

onde sul titolo

onde sul titolo

Accanto ai pattern, assume notevole importanza anche il ratio, che
rappresenta la percentuale di retracement, cioè di correzione di ciascuna onda. Come abbiamo visto, ad ogni onda al rialzo corrisponde poi un ritracciamento che secondo Elliott percorrerà in senso inverso il movimento originale in una percentuale del 38, 50 o 62 per cento. Tali percentuali di ritracciamento, che si riscontrano con frequenza nelle osservazioni empiriche, sono utilizzate dagli analisti per il calcolo degli obiettivi di prezzo e secondo Elliott sono il risultato di una serie di numeri predefinita introdotta e divulgata per la prima volta da Leonardo Fibonacci, mercante e abile matematico vissuto a Pisa tra il 1170 e il 1250, cui va il merito di aver “riscoperto” il cosiddetto rapporto aureo o golden ratio, inteso come la proporzione 1,618 o 0,618 che si ritrova spessissimo sia in natura sia in un impressionante numero di opere umane.

In sostanza, Elliott sostiene che la base matematica della sua teoria è
composta proprio dalla sequenza dei numeri di Fibonacci e l’osservazione sistematica dei risultati ottenuti dall’applicazione della Teoria delle Onde conferma tale asserzione in maniera pressoché inequivocabile.

Anche il tempo assume per Elliott una funzione di rilievo – anche se
di secondo piano rispetto ai pattern e al ratio – poiché è utile
come elemento di conferma per l’identificazione del ciclo che si sta
osservando.

Interpretazioni soggettive

Originariamente introdotta e applicata agli indici azionari, secondo
alcuni autori la teoria di Elliot non si presta altrettanto allo studio
dei singoli titoli azionari mente offre il meglio di sé nei mercati delle
commodities più seguiti. Va tuttavia considerato che l’osservazione delle onde e la loro catalogazione non è un’attività che possa essere svolta da chiunque né, per sua stessa natura, consente di determinare oltre ogni dubbio, su quale onda e su quale ciclo ci si trovi. Il grado di soggettività rende quindi complessa l’applicazione della Teoria delle Onde anche se a Elliott va il merito di aver introdotto una teoria densa di affascinanti intuizioni e di grande valore e utilità per gli analisti. Il suo lavoro si estende nell’analisi delle “personalità” delle singole onde e nell’identificazione di numerosi pattern che sono indispensabili per il
lavoro di coloro che utilizzano i principi elliottiani per il proprio
lavoro. L’estensione e la grande mole di studi e di regole relative
all’applicazione delle onde rende necessario agli interessati un
approfondimento che esula dagli scopi del presente lavoro ma che può essere effettuato tramite il gran numero di manuali e testi specifici.