Anatomia dell’orso del 2008 – Tardo 2007: le origini


Dave Landry
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Quello del 2008 rimarrà tristemente nella storia come il mercato peggiore
dagli anni Trenta. E per quanto possa essere agghiacciante, stando a
quanto suggerisce l’inizio del 2009 non possiamo essere certi che
l’incubo sia terminato.

Si sono presentate molte lezioni da imparare e altrettante da ripassare.
Conto di approfondirle con cura in articoli di prossima pubblicazione, su
riviste di settore e sul Web. In questa sede vorrei ripercorrere le
origini del fenomeno. Per evitare il facile meccanismo del “senno di poi”,
sono risalito alle mie analisi di trading dall’ottobre 2007 in avanti per
verificare che cosa ho colto in quelle fasi. Se siete interessati
all’archivio completo dei miei contributi di quei mesi oppure all’intera
sequenza di analisi relativa a quella fase di mercato, potete inviarmi una
email all’indirizzo dave@davelandry.com.

Lezione n. 1: Attendere un rallentamento del momentum

Alla fine di ottobre 2007 ricordo di essermi preoccupato per l’assenza di
momentum dell’S&P. Il 16 ottobre 2007, nella mia analisi di trading
scrissi quanto segue:

«Sono piuttosto preoccupato per la perdita di momentum rilevabile
relativamente all’S&P. Un altro giorno di ribasso significativo
porterebbe i titoli dell’indice ai livelli di breakout che avevano nel
“Fed day*”

*Il 18 settembre 2007 la Fed tagliò il tasso di sconto di mezzo punto
percentuale.

Immagine 4

La mia preoccupazione si fondava sul fatto che un mercato dovrebbe
accelerare dopo una rottura di livello, in particolare dopo un evento di
tale portata, indotto da notizie come quella relativa alla Fed.

Teniamo presente a questo punto che io NON volevo un top. Chi mi conosce
sa che sono un tipo che ragiona giorno per giorno; tuttavia, in quel
contesto mi mantenni cauto perché il mercato non stava facendo passi
avanti.

Alcuni giorni dopo si verificò ciò che temevo: il 19 ottobre 2007
l’S&P comincio ad implodere. Tale movimento lo posizionò al di sotto
della chiusura del giorno della citata decisione della Fed.

Lezione n. 2: Considerare l’analisi sul lungo periodo

Immagine 8

Se prendiamo un po’ di distanza rispetto al grafico, vediamo che i recenti
massimi storici registrati si sono collocati di pochissimo al di sopra dei
precedenti. In questa fase, quindi, il mercato sta configurando un
potenziale doppio massimo.

Immagine 12

Lezione n. 3: Fare attenzione ai pattern di breve termine, in particolare
a quelli di transizione

Poco dopo essere scivolato in ribasso dal suo doppio massimo, l’S&P
cominciò a ritracciare. Ricodo che nel mio gruppo di chat Telecharts ** mi
chiesero se si trattasse di un Gatekeeper, uno dei miei pattern (se
v’interessano le regole che lo concernono sono a vostra disposizione via
posta elettronica); la mia risposta fu: «Una specie di». Notai infatti che
l’S&P era andato troppi giorni in cerca dei valori necessari per
essere un perfetto Gatekeeper. Lanier, trader professionista e membro di
quel gruppo, intervenne suggerendo semplicemente di passare ad un a due
giorni. Con mia grande sorpresa con tale cambiamento si configurò un setup
pressoché perfetto. Grazie Lanier!

Immagine 16

Tornando al grafico giornaliero, si vede l’S&P che comincia a
implodere rispetto al pattern; ciò conferma il citato doppio massimo. Come
si può vedere, è risultato vantaggioso combinare un pattern di breve
termine con uno di più ampio orizzonte temporale.

Immagine 20

Lezione n. 4: Osservare i settori

Il movimento di settore era scarso alla fine di ottobre 2007. Molti
settori, infatti, crollarono prima del mercato; fra gli altri, Regional
Banks, S&Ls, Selected Real Estate, Selected Insurance e Homebuilders.
A titolo di esempio, il grafico sotto riportato mostra la comparazione fra
PHLX Semiconductor Index (barre) ed S&P 500 (linea nera). L’indice
PHLX ha registrato sell off netti nell’agosto 2007, in linea con il
movimento generale del mercato. Comunque, è da notare come il PHLX non
abbia mai coperto l’S&P500, neppure quando il mercato fece segnare i
massimi storici.

Immagine 25

Riporto di seguito estratti relativi al movimento di settore prima che il
mercato cominciasse realmente il sell off:

24 ottobre 2007: «Mi preoccupo per il comportamento mutevole del mercato e
per il fatto che molti settori stanno perdendo momentum… Molte aree, fra
le quali bancari, finanziari, energetici, REITS e assicurativi, ma non
solo, sembrano prefigurare transizioni. Altre aree come il manifatturiero
stanno perdendo momentum e potrebbero essere in procinto di configurare
transizioni».

30 ottobre 2007: «Sono preoccupato per la quantità di settori che hanno
perso momentum e/o stentano a conseguire nuovi massimi».

Lezione n. 5: Fidarsi del database

Molto tempo prima che il mercato iniziasse il sell off abbiamo iniziato ad
intravedere una possibile operatività short. Dobbiamo riconoscerlo: a
volte eravamo in posizione corretta, ma in anticipo. Questi setup stavano
emergendo nonostanete il mercato segnasse nuovi massimi.

Il database ha continuato a produrre soprattutto setup short a partire
dall’ottobre 2007 e fino a poco tempo fa; infatti, nel 2008, pressoché
tutti i setup sono stati in vendita.

Conclusioni

In sintesi, il mercato non suona la campana quando comincia una fase di
ribasso; tuttavia, se siete disposti ad impegnarvi e a studiare sarete in
grado di cogliere gli indizi che il mercato dissemina sul suo cammino, fra
i quali, settori che rallentano il loro andamento, il database che
fornisce prevalentemente short, perdita di momentum, pattern con figure
ampie e pattern di breve termine.