Rischio e incertezza


Vincere con l'Intermarket Analysis
Lo specialista del trading
autore:Guppy Daryl

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È la nostra capacità di identificare e gestire il rischio nel mercato a
rendere il trading tanto attraente. Alcuni pensano che i trader altro non
siano che giocatori d’azzardo. In taluni casi è certamente vero, ma non si
tratta di un comportamento che può consentire di durare a lungo. Certi
altri pensano che il successo nel trading dipenda dall’abilità di
prevedere che cosa accadrà in futuro. Ed anche in questo caso non si
tratta di una convinzione che possa condurre lontano, dal momento che
perfino il più bravo fra gli indovini non potrà mai dirci a che prezzo
comprare un titolo o, cosa ancor più importante, a quale prezzo venderlo.

Quando speculo sul mercato per prima cosa valuto i grafici nel tentativo
di comprendere il comportamento della massa. Mi avvalgo anche dell’analisi
tecnica per capire il comportamento del prezzo. E voi invece perché usate
i grafici e l’analisi tecnica?

Solitamente a questa domanda vengono forniti due generi di risposta. Il
primo genere è quello riferito da coloro i quali credono che attraverso
queste tecniche sia possibile predire l’andamento dei mercati e le
oscillazioni di prezzo. Il secondo genere di risposta è strettamente
legato a una visione dell’analisi come di uno strumento idoneo a fornire
una cornice interpretativa fondata sulle probabilità. Questo sorta di
suddivisione è largamente diffusa sia nei trader amatoriali che tra i
professionisti.

Quando si viene all’applicazione di analisi grafica ed analisi tecnica è
certamente utile sapere quale delle due visioni delle cose si condivide,
così come sarà utile sapere a quale dei due schieramenti appartengono gli
analisti di cui stiamo leggendo o ascoltando le opinioni. Se l’analisi è
basata su un quadro di riferimento, su una cornice interpretativa di tipo
probabilistico e invece noi la interpretiamo come se fosse una previsione
potrebbe allora darsi che in fronte a noi avremo risultati spiacevoli e
molto costosi.

Ma il più considerevole impatto conseguente da queste due differenti
visioni è quello che attiene il concetto di rischio. A una diversa
impostazione corrisponderanno una differente concezione del rischio ed una
diverso modo di gestirlo e comprenderlo. Ciò influenzerà anche la
nostra scelta degli indicatori. Solitamente parliamo di rischio
speculativo in termini generici che non tengono conto di questa
fondamentale distinzione. Se pensiamo che il rischio sia incertezza,
allora altro non dovremo fare che limitare il rischio. Sul mercato
solitamente questo avviene in due differenti modi.

Il primo è interamente poggiato sull’analisi fondamentale, che unitamente
ai rapporti fondamentali e a determinate procedure fornisce un buon punto
di partenza per focalizzare l’attenzione su un determinato gruppo di
titoli. Molti si fermano qui, credendo di avere trovato una risposta
all’altezza. E invece si trovano solo all’inizio. L’analisi fondamentale,
in senso lato, è utile per decidere che cosa comprare. Lo è assai meno per
decidere quando comprare, e pertanto una soluzione molto diffusa al
problema è quella di comprare titoli di qualità a prezzi d’occasione. La
convinzione di fondo è che la qualità avrà la meglio sugli arretramenti
del mercato e sul rischio riducendo l’incertezza.

Se riteniamo che rischio e incertezza siano la stessa cosa, allora l’ovvia
cura sarà quella di ridurre quest’ultima tentando di acquisire validi
metodi previsionali.

In entrambi i casi l’obiettivo è il medesimo. Ci piacerebbe ridurre il
rischio conoscendo del futuro il più possibile, o quantomeno sapendone più
dei nostri concorrenti. In analisi tecnica la previsione del futuro è
spesso associata all’uso di particolari indicatori o di una loro
combinazione. Il tentativo è quello di identificare qualcosa prima che
accada, tutte le volte. Un caso classico è quello fornito da un’eventuale
divergenza del Relative Strenght Index, che viene usato proprio come
segnale anticipatore di quello che avverrà in futuro. Gli analisti tecnici
spendono molto tempo al fine di mettere a punto complesse formule
matematiche che possano aiutarli a formulare previsioni maggiormente
corrette.

Se ammettiamo che il rischio non è efficacemente o interamente annullato
dalle tecniche previsionali, allora come possiamo procedere? Non significa
che non possiamo fare trading. Significa invece che dobbiamo rifocalizzare
la nostra attenzione su quanto può facilmente essere verificato è
impiegato per determinare e comprendere l’equilibrio delle probabilità in
ogni situazione.

Se non possiamo eliminare il rischio prevedendo il futuro dobbiamo allora
controllare il rischio dedicandoci allo studio delle probabilità più che
alla predicibilità.

La probabilità è il rapporto tra esiti favorevoli ed esiti possibili
(opportunity set). In un trend ascendente la possibilità di esiti
favorevoli (prezzi in aumento) sarà più elevata.

Questo è il mio punto di partenza per il trading, l’ambito delle
probabilità. Accetto l’incertezza e ciò mi dice di che cosa devo andare a cercare allorché esamino un grafico o una combinazione di indicatori.
Parto dal presupposto che mi è impossibile prevedere il futuro e dunque quel che cerco di fare è stabilire le probabilità di un evento rispetto ad un altro. È questo il mio primo passo nella gestione del rischio.