Breakout, come identificare i veri movimenti direzionali

I breakout sono sicuramente i movimenti di prezzo più entusiasmanti che capiti di vedere sui mercati finanziari. Si sviluppano spesso dopo un periodo di congestione più o meno prolungata che comprime i prezzi all’interno di un canale orizzontale e danno vita a forti movimenti in corrispondenza dello sfondamento di uno dei due livelli di supporto o resistenza.

I prezzi, una volta violato il trading range, sviluppano una forte accelerazione nella direzione dello sfondamento, quasi fosse una reazione alla precedente situazione di compressione. L’azione dei prezzi disegna allora lunghe barre o candele rialziste che attraggono l’attenzione dei trader che, inserendosi nel movimento, lo alimentano ulteriormente.

I sistemi di breakout sono tradizionalmente considerati fra i più sicuri e profittevoli poiché espongono il trader a un rischio relativamente limitato a fronte di un potenziale guadagno molto elevato. Se è infatti vero che il breakout prende spesso vita da un movimento laterale, è altrettanto vero che lo stop loss non sarà molto lontano dal punto di rottura del canale mentre l’obiettivo di prezzo può trovarsi svariati punti percentuali più in alto.

I breakout classici seguono pertanto uno schema che prevede:

  1. un movimento laterale che definisce le barriere inferiori (supporto) e superiori (resistenza) che ingabbiano il movimento dei titoli;
  2. sfondamento di uno dei due livelli;
  3. moderato e opzionale ritracciamento che non dovrebbe raggiungere il precedente livello violato;
  4. sviluppo del movimento tendenziale.

Un approccio classico al breakout, che rappresenta un sistema di trading in sé, è rappresentato dal Donchian Channel, ideato da Richard Donchian negli anni ’50 come strumento atto a definire le barriere all’interno delle quali si muove un titolo.

La logica sottostante è piuttosto semplice: il massimo degli ultimi n periodi rappresenta la barriera superiore mentre il minimo a n periodi rappresenta quella inferiore. Ovviamente, ogni volta che un minimo viene violato o un massimo superato, si apre una posizione coerente con la direzione manifestata dai prezzi.

Si tratta dei tipico approccio che fa acquistare sulla forza e vendere sulla debolezza, elemento comune a tutte le strategie trend-following. Tale sistema porta purtroppo con sé un elemento indesiderato, rappresentato dalla possibilità che il breakout che dà luogo allo sfondamento di una delle due pareti del canale sia in realtà un movimento di breve durata destinato a esaurirsi spingendo nuovamente i prezzi all’interno del canale.

Questo tipo di movimento prende a volte il nome di bull o bear trap, in funzione che si verifichi sui massimi o sui minimi. Esso rappresenta infatti una trappola per i rialzisti che scommettono sullo sfondamento della resistenza o per i ribassisti che scommettono invece sulla violazione del minimo.

Numerosi test hanno dimostrato che i movimenti che seguono i breakout di un canale a n giorni si confermano profittevoli in meno del 50% dei casi, compensando però i falsi segnali con i rilevanti guadagni derivanti dai movimenti dei prezzi che seguono i veri breakout. Tuttavia, è opinione comune che i guadagni conseguiti dai sistemi di breakout dipendano essenzialmente da quelle operazioni che fanno occasionalmente registrare guadagni record.

L’esempio che segue indica un breakout sul titolo Capitalia che ha effettivamente dato vita movimento direzionale estremamente sviluppato, sia in termini temporali che di durata. È il tipico esempio di breakout che richiede nervi d’acciaio al trader per poter essere sfruttato fino in fondo.

breakout_capitalia

Con l’obiettivo di filtrare le situazioni in grado di condurre a breakout duraturi, minimizzando così la possibilità di venire coinvolti in un movimento di breve durata, è possibile stabilire alcune condizioni preliminari per convalidare il breakout a livello grafico.

Se da un lato è vero che il principale indizio di breakout è dato dalla rottura di un livello grafico importante, è altrettanto vero che è necessario che questo movimento sia associato a un significativo incremento della volatilità e dei volumi, a testimonianza dell’effettiva partecipazione del mercato al movimento appena iniziato.

Inseriamo un filtro

Una condizione in grado di aiutare a filtrare i falsi segnali potrebbe pertanto essere la seguente: si definisce setup day la barra che fa registrare lo sfondamento del precedente massimo a 20 giorni e che registra contemporaneamente un range superiore a quello dei quattro giorni precedenti. Tale movimento deve essere sostenuto dai volumi ai quali è richiesto di far registrare un incremento del 50% rispetto al loro valore medio.

Nel grafico che segue è riportato un esempio di breakout che, a seguito dello sfondamento del livello grafico, sostenuto dai volumi e dall’incremento della volatilità, conduce il titolo ENI a sviluppare un interessante movimento.

breakout_eni

Non è infrequente, inoltre, vedere situazioni analoghe sul medesimo titolo a distanza di poco tempo. Nel prossimo grafico è riportata una sequenza di due breakout identificati grazie alla regola che vincola l’apertura della posizione al superamento del livello grafico contemporaneamente al range esteso e all’aumento dei volumi.

breakout_ras

L’ultimo esempio è invece relativo titolo Mediaset e indica come un breakout si possa sviluppare anche durante un trend, semplicemente perché si manifestano le condizioni utilizzate per descriverne la formazione. Anche questo caso, comunque, il movimento che scaturisce dal setup risulta abbastanza significativo.

breakout_mediaset

Titolo: I segreti del trading di breve termine

Autore: Williams Larry

Pagine: 350